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943. Lassateli cantà
Dicheno
er Papa ch’è ccattivo,1 e cquello
ha una bbontà dda nun potesse crede.2
Badat’a vvoi, nun j’imprestate fede
a cchi pparla accusí ssenza vedello.
Io
pòzzo dí3 cc’ar lago de Castello4
me je bbuttai pe tterra; e llui me diede,
con rispetto parlanno, a bbascià er piede
co un’umirtà ppiú ppeggio d’un aggnello.
Nun
basta: mentr’io stavo in ginocchione,
s’incommidò er zant’omo d’arzà un braccio
e ddàmme5 puro6 la bbonidizzione.
Piú:
pperch’io stavo llí ccome uno straccio,
se scanzò llui medemo, e un zovranone
lassò a mman dritta un povero cazzaccio.
Roma, 4 maggio 1833
1 «Dicono che il
Papa è cattivo»: esempio di costruzione volgare.
2 Da non
potersi credere.
3 Posso dire.
4 La
terra di Castel-Gandolfo, che trae il suo nome dall’antica famiglia romana dei
Gandolfi, da circa otto secoli a questa parte passò per diverse dominazioni
prima di cadere sotto l’assoluto dominio dei Papi che ora vi hanno la loro
villeggiatura. È posta sopra una delle colline che circondano il Lago Albano,
famoso specialmente per l’emissario scavatovi dai Romani nell’anno di Roma 357,
durante la guerra coi Vejenti, per opera dei tribuni militari Cornelio e
Postumio.
5
Darmi.
6 Pure.
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