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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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987. Er Curato de ggiustizzia

 

Un curato da mette1 appett’a cquesto
quanno lo pôi trovà ccerchelo puro,2
dotto compagn’a llui, lescit’e onesto,
inzomma un zanto appiccicato ar muro.

 

Addimànnelo3 ar chírico: ecce testo:4
lui te ddì ssi5 cquanto è mmuso duro,
e ssi ppe mmette6 li sciarvelli7 a sesto
er vicolo8 lo trova de sicuro.

 

È un vero Salamone:9 e lo sa Rrosa
si in articolo affari de cusscenza
la santa ggiustizzia in oggni cosa.

 

Lei se10 fasceva fotte da Ggiuvanni,
e llui pe ffajje11 la pinitenza
j’ha12 bbuggiarato un fijjo de settanni.13

 

Terni, 19 ottobre 1833

 




1 Mettere.

2 Pure.

3 Dimandalo.

4 Ecce testis.

5 Se.

6 Mettere.

7 Cervelli.

8 La via, il modo.

9 Salomone.

10 Ella si.

11 Fargli, per « farle ».

12 Gli ha, per «le ha».

13 Un saggio di questa giustizia distributiva lo ha dato un don Diego Mattei, pio parroco in Terni.

 

 






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