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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1030. A Padron Marcello

 

Chi ha ffrabbicato1 Roma, er Vaticano,
er Campidojjo, er Popolo,2 er Castello?
Furno Romolo e Rmemolo, Marcello,
che ggnisun de li dua era romano.

 

Ma un e llantro3 volenno esse4 soprano5
de sto paese novo accusí bbello,
er fratello nimmico der fratello
vennero a ppatti cor cortello in mano.

 

Le cortellate aggnédero6 a le stelle;
e Rroma addiventò ddar primo ggiorno
com’è oggi, una Torre-de-Bbabbelle.

 

De li sfrizzoli7 oggnuno ebbe li sui:
e Rroma, quelli dua la liticorno,8
ma vvenne er Papa e sse la prese lui.

 

27 novembre 1833

 




1 Fabbricato.

2 La Piazza e il Rione del Popolo.

3 Uno e l’altro.

4 Volendo essere.

5 Sovrano.

6 Andarono.

7 Dei colpi.

8 Litigarono.

 

 






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