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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1047. Li dusenatori

 

C’è un’antra nova. Doppo la quarella1


der bastardo de casa Scesarini,2
che sse ffà3 ppe fforza una sorella
pe llevajje er casato4 e li quadrini,

 

a l’improviso scappa fora quella
piú strepitosa tra Ccorzini5 e Orzini,6
pe vvede7 a cchi ha d’annà8 la tabbanella9
de ganzo e ’r peruccone10 a ppennolini.

 

Pe mmé nnun ce farebbe11 indifferenza12
tra stOrzini e Ccorzini. In concrusione
uno tiè un C de ppiú, llantro13 n’è ssenza.

 

Defatti er liticasse14 un peruccone,
che nnun ha ppiú ggnisuna incompitenza,15
propio è una lite da C, o, co, ccojjone.

 

18 gennaio 1834

 




1 Dopo la querela.

2 Lorenzo Cesarini, che disputa ad Anna Cesarini, e al figlio di lei Torlonia, il patrimonio de’ Duchi Sforza Cesarini. Attualmente si agita la causa avanti il Tribunale della Rota Romana, che favorisce il pretendente.

3 Si vuol fare.

4 Per levarle il cognome.

5 Vedi la nota 5 del Son…

6 Vedi la nota 2 del Son… e il sonetto precedente a questo.

7 Per vedere.

8 Andare.

9 Vedi la nota 12 del sonetto precedente.

10 Vedi la nota 11 del sonetto medesimo.

11 Per me non ci farei.

12 Differenza.

13 L’altro.

14 Il litigarsi.

15 Nessuna competenza.

 

 






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