Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

1067. La scuffiara francesa

 

No, a mmé cquer che mme tufa,1 sor Luviggi,
è de sentí una scorfena bbacocca2
de scuffiaretta, che nun za uprí bbocca
senza métteve3 in culo er zuPariggi.

 

Che ssarà sto paese de prodiggi
c’a le scuffiare guai chi jje lo tocca?
Io sce scommetteria4 ch’è una bbicocca,5
da entrà in cortile der Palazzo Ghiggi.6

 

Ma ccazzo! a Ffrancia indove sc’è una Ronzi7
com’a Rroma? E ppe ccristo, a li romani
tutto je se ddí, ffora che ggonzi.8

 

Eppuro,9 oh bbona! stanima sconfusa10
nun va ddiscenno11 co li su’ ruffiani
che a vvedella cantà llei sce s’ammusa?!12

 

23 gennaio 1834

 




1 Tufare, per «noiare, dar disgusto».

2 Questi due vocaboli indicano entrambi una donnetta piccola e difettosa.

3 Mettervi.

4 Ci scommetterei.

5 Il senso di questo vocabolo si discosta alquanto da ciò che suona nel dire illustre, nel quale significa «castelluzzo» o simile. Nell’accezione romana, vale piuttosto «casupola».

6 Chigi, casa principesca di Roma, nel cui palazzo vedesi un bel cortile.

7 Celebre cantante che nel carnovale 1833-34 faceva la delizia dei Romani. Vedine il Son…

8 Zimbelli.

9 Eppure, or bene.

10 Anima stravagante.

11 Dicendo.

12 Oh io mi ci amuso (je m’y amuse), disse in quella circostanza una signora tornata di Francia. Avvertasi qui che ammusarsi, nei linguaggio del popolo, vale fare il muso, comporre il volto a noia e mal umore.

 

 






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License