- Vol. 1°
- 1129. Li rimedi simpatichi
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1129. Li rimedi simpatichi1
[Sonetti 4]
1°
S’io
nun càpito llí a la vemmaria,2
era antro male er zuo che de sciamorro!3
E llei te posso dí cche ss’io nun corro
l’aveva fatta la cojjoneria.
Io
parlo de la su’ iggnoranteria:
de la su’ imprudentezza io te discorro.
T’hai da penzà4 cche sse5 legava un porro
co la seta color-come-se-sia!6
Subbito
je strillai: «Fermete, Nena:7
cosa te vai scercanno8 co st’acciaccia9
de seta, un tantinel de cancherena?10
Nun
zentissi11 er Cerusico d’Artèmis12
come ridenno13 te lo disse in faccia?
Pe li porri sce vò14 la seta cremis».15
22 marzo 1834
1 Fra
gl’innumerevoli rimedii, di virtù simpatica, i quali esercitano la fede
popolaresca, sonosi scelti i pochi seguenti, per darne un breve saggio anche in
ciò del grado cui sono tuttora discese le umane cognizioni.
2 All’Ave
Maria.
3 Cimurro.
4 Hai da
riflettere.
5 Si.
6 Di colore
qualunque: indeterminato.
7 Fermati, Maddalena.
8 Ti vai cercando.
9 Acciaccia,
peggiorativo di accia, che in Roma è una gugliata di
filo o simile.
10 Cancrena.
11 Non
sentisti, per udisti.
12 Altemps,
casa ducale di Roma.
13 Ridendo.
14 Ci
vuole.
15 La seta di color chermisi o cremisi.
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