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- 1149. L’impeggni de le carrozze
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1149. L’impeggni de le carrozze
Eh
sor banchiere,1 e mmó in che ddà sto chiasso?
Poveraccio! ve pijjeno le dojje?
Vienite a llavorà de paste sfojje2
propio in ner zito3 che cciamanca4 er
passo?
C’ho
da sterzà,5 ll’anima tua?! pe cojje6
ne le vetrine7 e ffà cquarche sconquasso?!
Come ho da passà avanti? indove passo?
su la freggnaccia sporca de tu’ mojje?
Da’
addietro tú, ccornuto bbuggiarone:
tiè cquela frusta a tté, ddico: va’ ppiano:
vòi sfonnamme8 la cassa cor timone?
Nun
me fà ssceggne9 ggiú, lladro ruffiano,
ché, ppe ccristo de ddio, t’arzo un pormone10
da imparatte11 a ttiené lle bbrijje in mano.
3 aprile 1834
1 Termine di
spregio contro i cocchieri mal’esperti.
2 Lavorare di
paste sfoglie, significa: «dare in bravure, in difficoltà».
3 Sito.
4 Ci manca.
5 Sterzare,
voce dell’arte, vale: «dare indietro, dirigendo alquanto il legno alla
diagonale, mentre il timone coi cavalli descrivono una linea contraria».
6 Cogliere.
7 Vetrine. O
le bussole delle botteghe, o quelle cassette vetriate dentro le quali si
espongono alla vista le merci o manifatture.
8 Sfondarmi.
9 Scendere.
10 Alzare un polmone,
fare un polmoncello: entrare con percosse una tal parte di corpo.
11 Impararti, per «insegnarti».
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