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1159. L’impusturerie
Io
l’ho inzurtato?!1 io j’ho bbevuto er vino?!
io j’ho ddato er coggnome de caroggna?!
Pò pparlà Ffrancatrippa e Ffrittellino
si2 st’impusturerie lui se l’inzoggna.3
E
llui vò ammazzà a mmé? propio la roggna
te j’ha ddato de vorta in ner boccino.4
M’ammazzerà ssu la piazza dell’oggna
dov’ammazza li fii der re Ppipino.5
Diteje
ar zor abbate Tuttibbozzi6
che sse tienghi la lingua tra li denti
e ste sciarle che cqui sse l’aringozzi.7
Perché
sse ponno dà ccert’accidenti
c’abbi trovo er zu’ bboja che lo strozzi
lui e le mmerde de li su’ parenti.
5 aprile 1834
1 Insultato.
2 Se.
3 Se le sogna.
4
Ti gli ha dato volta nel capo.
5 Pipino, capo della
dinastia terza di Francia, appartiene talora in Roma ad un’altra dinastia
entomologica, che riconosce per capo e per capitale la testa dell’uomo. In
breve Pipino è un pidocchio bell’e buono; e per ciò dice il nostro romanesco
essere di lui figli ammazzati sulla piazza dell’unghia. E a Roma,
ne’ luoghi assolatíi, se ne fa orrida strage.
6 Il
soprannome di Tuttibbozzi appartiene a chi sia di struttura deforme e
tutta a risalti, o a chi ne abbia toccate tante che ne mostri per la vita le
protuberanze. Il sor abate è una applicazione ironica del più bel
distintivo del paese.
7 Se le ingozzi di nuovo.
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