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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1220. La cantonata1 der forestiere

 

Lei crederà, mmilordo, che la ggente
che ggià ha pijjato pasqua, o cche la pijja,
sii tutta ggente che ssariconcijja
de core co Ddio padre onipotente.

 

Eppuro la faccenna va artrimente,
e ne stamo lontani mille mijja.
Cqua, appena li bbijjetti2 in famijja,
servo, sor Dio; nun ze ne fa ppiú ggnente.

 

La fia3 fotte, la madre je tiè mmano,
la serva rubba, l’usuraglio strozza,
e l’impiegato bbuggera er zovrano.

 

La medema onestà, llistessa stima,4
le solitarte pe mmarcià in carrozza:
tutto inzomma arimane com’e pprima.

 

20 aprile 1834

 




1 Prendere una cantonata: ingannarsi a partito.

2 I biglietti che si ricevono nell’atto della comunione di pasqua, i quali poi il parroco torna a raccogliere per conoscere chi abbia o no soddisfatto al precetto.

3 Fia: figlia.

4 Stima, nel significato intransitivo di «onoratezza».

 

 






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