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1230. Le Campane
Le
campàn1 de le cchiese, sor Grigorio,
sò2 dde metall’infuso3 e bbattezzate,
e vve fanno bbellissime sonate
a cchi ha cquadrini da pagà er mortorio.
Nun
c’è ddiasilla, o pprego, o rrisponzorio4
che, ar modo che le cose sò aggiustate,
pozzi mejjo d’un par de scampanate
delibberà cchi ppena in purgatorio.
Da
la condanna ch’er bon Dio je diede
je se ne scala un anno pe oggni tocco,
e ggiacubbino sia chi nnun ce crede.
E
ppe cquesto quassú, cchi nnun è ssciocco,
ner morí llassa l’obbrigo a l’erede
che jje ne facci dà ttanti a bbajocco.
21 aprile 1834
1 Campane. Questa
apocope non si creda già qui usata per servire al verso. Niuna mai di queste
riprovevoli figure, o licenze poetiche abbiam noi adoperata, ma tutto sempre e
ingenuamente espresso secondoché purgato suole uscire dalla bocca dei nostri
modelli. Di tanto ci rendemmo responsabili nella prefazione, e tanto abbiamo
scrupolosamente eseguito.
2 Sono.
3 Metallo
fuso.
4 La diessilla, il devoto prego e
il responsorio sono la merce che vendono i ciechi alle porte delle
chiese, in suffragio delle anime sante del purgatorio.
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