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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1260. L’omo e la donna

 

«», strillava, «è ggiustizzia da galerra1


che nnoi povere donne disgrazziate
sempre avemo da èsse soverchiate
come fússimo statüe de terra.

 

Voiantri purcinelli de la Scerra
date fora l’editti, predicate,
dite messa, assorvete, ggiustizziate,
e, ppe gionta de ppiú, ffate la guerra.

 

Cos’ha, ppiú de la donna, un galeotto
d’omaccio, pe pprotenne2 in oggni caso
de stà llui sopra e dde tiené3 llei sotto?

 

Cos’ha dde ppiú? una mano, un piede, un stinco,
una bbocca, un’orecchia, un occhio, un naso?».
Allora io: «Nu lo sapete? un pinco».4

 

30 aprile 1834

 




1 Dalla massima parte del popolo galera è pronunziata galerra.

2 Pretendere.

3 Di tenere.

4 Vedi il Sonetto..., al quale questo vocabolo può servire di appendice.

 

 






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