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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1277. Li studi de li regazzi

 

Su a Ttermini,1 un regazzo de talento
avenno visto quarcantro regazzo
esercitasse a ddà llezzione ar cazzo,
provò llui puro, e sse trovò ccontento.

 

E nnun volenno ar primo spirimento
lassà in terra li segni de lo sguazzo,
scolò ttre vvorte er zugo der rampazzo
in un bicchiere, e lo lassò llí ddrento.

 

Duggiorni doppo che sse fu istruito,
tornò a vvede quer brodo de sostanza,
e lo trovò ffetente e inverminito.

 

Allora er bravo regazzin de Termini
disce: «E sta robba io sciò ddrent’a la panza?!
A tté, a tté, mmano mia: fora sti vermini».

 

4 giugno 1834

 




1 Termini. Cosí chiamasi il luogo, dov’erano le magnifiche Terme di Diocleziano. Uno de’ vasti granai che vi aveva, sotto i passati Papi, l’Annona, è stato da Pio vii convertito in un reclusorio di poveri, i quali vi si alimentano, vestono ed istruiscono nelle arti. Il fine però di estirpare in Roma il mestiere dell’accattonaggio non è stato con ciò affatto conseguito.

 

 






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