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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1287. Er negroscopio solaro andromatico1

 

Mettémo da ’na parte, mastro Bbiascio,
l’ascéto che cce noteno2 l’inguille:
lassamo stà la porvere der cascio
piena d’animalacci a mmill’a mmille.

 

Dove a ggiudizzio mio merita un bascio
quer negroscopio è ar vede3 in certe stille
d’acqua ppiú cciuche4 de capi de spille,
cressceve5 tanti mostri adasciadascio.

 

Questa è la cosa a mmé cche mm’ha incantato,
e bbenedico sempre e in oggni loco
er francesce6 e ’r papetto7 che jj’ho ddato.

 

Questo è cc’ho ggusto assai d’avé scuperto,
perché ggià llacqua me piasceva poco,
ma dd’or impoi nun me la fa ppiú ccerto.

 

9 giugno 1834

 




1 Il microscopio solare acromatico. Il vocabolo andromatico è quello di cui si vale un certo occhialaio romano per indicare quella tale specie di lenti.

2 Ci nuotano.

3 Al vedere.

4 Piccole.

5 Crescervi. Il vi non particella di luogo, ma pronominale.

6 Mr. Lagarrigue, proprietario del miscroscopio che si mostrava a Piazza di Spagna.

7 Il prezzo d’ingresso era di due paoli.

 

 






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