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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1291. L’invito der Papa

 

Hanno mille raggione li Cristiani
a nun crédesce1 ppiúna mmaledetta,2
quanno Papi, che ssò Ppapi e Ssovrani,
danno in cojjonerie3 ggiú cco l’accetta.4

 

Durivortósi peruggini cani,5
capasci a ffà mai mai6 puro7 l’acquetta,8
eschenoggi de carcere, e ddimani
er zor Papa l’avvisa che l’aspetta.

 

Uno lo so de scerto che cciaggnede;9
e ’r Papa, doppo avello bbenedetto,
sce se deggnò cche jje bbasciassi10 er piede.

 

Si11 cquer piede era mio, Checco, te ggiuro,
je sonavo pe ccristo un carc’in petto,12
c’uno je ne dav’io e un antro13 er muro.

 

16 giugno 1834

 




1 Crederci.

2 Nulla.

3 Sbagli.

4 Alla cieca.

5 Vedi il Sonetto...

6 A un bisogno.

7 Pure.

8 La famosa acquetta-di-Perugia, della quale oggi più non si parla.

9 Ci andò. Fu il Guardabassi.

10 Gli baciasse.

11 Se.

12 Gli davo un calcio in petto.

13 Un altro.

 

 






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