- Vol. 2°
- 1514. La morte der zor Meo
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1514. La morte der zor Meo
Sí,
cquello che pportava li capelli
ggiú pp’er gruggno e la mosca ar barbozzale,1
er
pittor de Trestevere, Pinelli,2
è ccrepato pe ccausa d’un bucale.3
V’abbasti
questo, ch’er dottor Mucchielli,4
vista ch’ebbe la mmerda in ner pitale,
cominciò a storce5 e a mmasticalla male,6
eppoi disse: «Intimate li fratelli».7
Che
aveva da lassà? Ppe ffà bbisboccia8
ner gabbionaccio9 de Padron Torrone,10
è mmorto co ttre ppavoli in zaccoccia.11
E
ll’anima? Era ggià scummunicato,12
ha cchiuso l’occhi senza confessione...13
Cosa ne dite? Se14 sarà ssarvato?
9 aprile 1835
1 Mento.
2 Bartolommeo Pinelli, nativo di Trastevere, incisore,
pittore e scultore, il 1° giorno di aprile 1835, nella età di anni 54. Nella
sera antecedente, aveva presa all’osteria la sua ultima ubriacatura.
3 Boccale.
4 Alcuni del popolo
credono che il medico di Pinelli fosse costui, noto in sua gioventù per poesie
romanesche che andava recitando per gli spedali in occasione di pubbliche
dimostrazioni anatomiche degli studenti di chirurgia: ma fu realmente un dottor
Gregorio Riccardi.
5 A torcere il grifo in aria di
dubitazione.
6 Masticarla male, in senso di
«presagir male».
7 Coloro che convogliano i morti alla
sepoltura.
8 Per far tempone.
9 Il Gabbione,
nome della osteria dove il Pinelli consumava tutti i suoi guadagni
mangiando e bevendo e dando a bere e mangiare. Havvi sú la insegna di una
gabbia con merlo.
10 Torrone, nome
dell’oste.
11 Circostanza storica. Il funerale fu fatto
con largizioni spontanee di alcuni ammiratori della di lui eccellenza
nell’arte. Molti artisti, vestiti a lutto, e quali con torchi, quali con
ramoscelli di cipresso in mano, lo accompagnarono alla tomba nella chiesa dei
SS. Vincenzo ed Anastasio a Trevi.
12 Nel giorno di san
Bartolommeo dell’anno 1834, il nome del nostro Bartolommeo Pinelli fu
pubblicato in S. Bartolommeo all’Isola Tiberina sulla solita lista
degl’interdetti per inadempimento al precetto pasquale. Avendovi egli letto
esserglisi attribuita la qualifica di miniatore, andò in sacristia ad avvertire
che Bartolommeo Pinelli era incisore, onde si correggesse l’equivoco
sull’identità della persona.
13 Alla intimazione de’
sacramenti, volle l’infermo essere lasciato qualche ora in pace, per
riflettere, come egli disse, ai suoi casi. Il parroco lo compiacque, ma
ritornato al letto di lui lo trovò in agonia! Si narra però che il moribondo
corrispondesse ad una stretta di mano del prete. Questa circostanza deve aver
fruttato al corpo la sepoltura ecclesiastica e all’anima la gloria del
paradiso.
14
Si.
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