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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1862. Er ritorno da Castergandorfo1

 

Circa a vventitré e un quarto er Padre Santo
s’affermò a bbeve2 a Ttor-de-mezza-via;3
poi rimontò in carrozza e ffesce4 intanto:
«Sú, ggiuvenotti, aló,5 ttiramo via».

 

Me crederai, si6 tt’aricconto in quanto
arrivò a Rroma? Ebbè, a la vemmaria
gia stava a ccasa e sse tieneva accanto
er zolito bbucal de marvasia.7

 

Era tanto quer curre scatenato
c’a Pporta San Giuvanni lo pijjorno8
per un zommo Pontescife scappato.

 

E mmó averessi9 da vedello adesso
come ride ar zentí10 cquanti in quer giorno
pissciorno sangue pe ttenejje11 appresso.

 

31 ottobre 1836

 




1 Castel Gandolfo, sul Lago Albano: villeggiatura ordinaria dei Papi.

2 Si fermò a bere.

3 Osteria e posta.

4 Disse.

5 Viene dal francese allons.

6 Se.

7 Malvasia. Qui il nostro romanesco è male informato. Doveva dire: marsala.

8 Pigliarono.

9 Avresti.

10 Al sentire.

11 Tenergli.

 

 






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