- Vol. 2°
- 1948. Er fattarello de Venafro
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1948. Er fattarello de Venafro1
Quanno
dunque sia vero sto rifresco
che li poveri frati cappuccini
fanno mó da serafichi assassini
pe le macchie in onor de san Francesco,
d’ogg’impoi
pe ssarvà ppelle e cquadrini
dal loro amor-der-prossimo fratesco
me serro a ccatenaccio; e ssippuro2 esco
nun passo ppiú da Piazza Bbarberini.3
E
nun zerve de dimmelo4 nemmeno
c’ar convento de Roma, o bbene o mmale,
ciàbbita5 un Cardinal6 che li tiè7
a ffreno.
Pe
ddavve8 quarch’idea de li rispetti
ch’hanno pe Ssu’ Eminenza er Cardinale
ve posso aricordà li bbucaletti.9
31 maggio 1837
1 Presso Venafro,
nel Regno di Napoli, un convento di cappuccini, travestendosi, assaliva e
derubava sulla pubblica strada. Recentemente uccisero nella macchia di Torcino
il canonico don Alessandro Del Prete insieme col cocchiere di lui, dopo avergli
imposto una taglia di 30.000 ducati pel riscatto. La forza s’impadroní degli
assassini. Erano frati sacerdoti, col Padre Vicario del convento fra essi.
2 Seppure.
3 Dove in Roma è il
convento dei cappuccini.
4 Dirmelo.
5 Ci
abita.
6 Il cardinale Ludovico Micara, cappuccino,
creatura di Leone xii.
7 Tiene.
8 Darvi.
9 Creato
cardinale dal Papa, questi gli conservò la dignità di generale dell’Ordine, che
poco prima egli stesso aveagli conferita, conculcando le prerogative del
Capitolo. Pel governo tirannico del Cardinal generale i frati lo presero un
giorno a colpi di boccali in refettorio. Ora non è più generale, ma dimora in
convento.
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