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581. La curiosità
Lo
sapevo! A l’uscí dde cose nove
ecchete in moto le ggente curiose
a sfeghetasse pe vvedé ste cose
e cconossce er Chi, er cuanno, er come, e ’r dove.
Ce
n’accorgemo a cciccio1 oggi a le prove
pe ste du’ tarantelle velenose.2
Tutti vonno sapé cchi le compose:
ma er zor Chi ss’annisconne perché ppiove.
Si
nun ce fussi cqui Ppiazza-Madama,3
’gni pettorosso4 che ppatissce er vizzio
conosscerebbe er manico e la lama.
Puro,5
si de sto Chi vvonno un innizzio,
si vvonno indovinà ccome se chiama,
lo vadino a ccercà nner frontispizzio.
Roma, 9 dicembre 1832 - Der medemo
1 A capello, ad
unguem.
2 Tarantella velenosa / Pizzica e
mozzica e fa ogni cosa. Questo è il costante principio di que’ lunghi e
rozzi canti popolari, per lo più goffamente satirici e mordaci, che si dicono
perciò tarantelle. A siffatte tarantelle e a’ ritornelli, consistenti in
una specie d’epigrammi plebei di tre versi, il primo dei quali contiene sempre
il nome d’un fiore, si riduce tutta la poesia propria del volgo romano.
3 Piazza che prende il titolo dell’antico palazzo di
Caterina de’ Medici, fabbricato sulle rovine delle terme di Nerone e poi di
Alessandro Severo, e divenuto dopo Benedetto xiv
residenza del Governatore di Roma, che vi tiene oggidí la generale polizia
dello Stato.
4 Il pettirosso è qui un simbolo di
curiosità.
5 Purtuttavia.
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