- Vol. 1°
- 842. Er giucator de pallone
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842. Er giucator de pallone
Ar
Bervedé cc’è ppoco.1 Er Papa vola
che ppe vvolate2 manco Ggentiloni!3
Ma in partita è ttareffe,4 e ffa cciriola,5
ché li falli sò assai piú de li bboni.6
Che
sserve che nnoi poveri cojjoni
je seggnamo le cacce?7 A cquella scòla
de mannà ssempre a sguincio8 li palloni,
si ll’impatti è pper dio grasso che ccola.9
Ggiuchi
a ppassa-e-rripassa, o ccor cordino,10
dà llui solo l’inviti e le risposte,11 e vvò stà ssempre lui
sur trappolino.12
Cuann’è
all’onore13 poi, fa ccerte poste14
scerte finte,15 c’a èss’io Tuzzoloncino16
je darebbe er bracciale in de le coste.
Ne
le partite toste17
o nne le mossce18 s’ingeggna, er bon prete
cor vadi e vvienghi, e cquale la volete.19
Tira
sempre a la rete20
cuann’è in battuta, e nnun fa mmai un arzo
o rribbatti de primo o dde risbarzo.21
Ar
chiamà22 cchiama farzo;
e ssi23 er quinisci24 penne25
da la tua,
procura de tornà ssempre a le dua.26
Ha
una regola sua
oggni tanto de dà ffora una messa27
pe ffàtte ariddoppià la tu’ scommessa;
e
cco sta jjoja28 fessa,
qualunque cosa er cacciarolo29 canti,
sce gonfia li palloni30 a ttutti-cuanti.
Roma, 31 gennaio 1833
1 Manca poco al
vedersi gli effetti. Notisi che quel modo proverbiale è tolto dal Belvedere,
luogo sotto il Museo Vaticano, dove sino agli ultimi anni si giuocava al
pallone.
2 Volare, volate, cioè:
«iattare, iattanza, sfoggio di vane promesse». Al giuoco di pallone si dice volare
e far volare il mandare di prima battuta i palloni oltre i termini
estremi della palestra.
3 Rinomato giuocator di battuta, o
battitore.
4 Fallace.
5 Far
ciriola: intendersi segretamente cogli avversari, in fraude di chi è con
lui o tiene dalla sua.
6 Dicesi fallo o buono,
secondo che il pallone trapassi o no le linee che limitano o partono
l’arena.
7 Le cacce sono quei punti sui quali un
giuocatore di rimando ha arrestato in qualunque modo un pallone si che non
trascorra più lungi, ciò che egli si sforza di eseguire il meno discosto che
può dalla battuta di dove poi egli stesso è obbligato ad oltrepassare quel
segno, onde vincere il giuoco. Segnar le cacce, significa:
«notare gli altrui mancamenti».
8 A sghembo.
9
È, cioè, il maggior dei successi.
10 Il giuoco a passa-e-ripassa,
è quello in cui si conviene di non dovere che oltrepassare la linea media
della palestra. Quello poi del cordino consiste nel superare una corda
attaccata in alto e attraversante la rena in sito e direzione parallela alla
detta linea media.
11 L’invito è una specie di
scommessa fra giuocatori, che vinta o perduta da ciascuna delle parti
avversarie, le raddoppia il successo favorevole o contrario della partita. La risposta
è l’accettazione o il rifiuto dell’invito, con certe regole che qui sarebbe
inopportuno e lungo il riferire.
12 Tavolato inclinato dal
quale discende il battitore, onde il colpo prenda più vigore dall’urto del
corpo in discesa.
13 All’onore, così gridasi
dal chiamatore o cacciarolo, al principiarsi dell’ultima
partita.
14 Poste: i palloni colpiti in
aria, prima cioè che abbiano toccato terra, ciò che sarebbe di balzo.
15 Finte: astuzie di giuoco, come
dimostrare gran colpo e colpir piano e viceversa, ovvero di dirigere il pallone
altrove che non si era accennato, ecc. ecc.
16 Tuzzoloncino:
giuocatore rinomato per la sua forza, e detto Tuzzoloncino dal tuzzare
o percuotere. Tuzzolone poi era altro giuocatore più robusto di lui.
17 Partite di dura prova.
18 Il
rovescio della nota 17.
19 Formule d’invito o
accettazione, di che vedi la nota 11.
20 In
fondo all’arena è un palchettone, coperto da una rete, che difende gli
spettatori. Chi percuote in quella o al disopra indeterminatamente, fa volata.
Vedi la nota 2.
21 Vedi la nota 14.
22
Il chiamare è dire ad alta voce il numero dei punti de’ quali si è
in guadagno.
23 Se.
24 Il quindici,
ossia una quarta parte della partita, che si divide in quindici,
trenta, quaranta, e cinquanta. Ciascuno di questi
quattro numeri dicesi abusivamente un quindici.
25
Pende, inclina.
26 Quando entrambi gli avversari,
fatti nella partita pari guadagni, sono giunti egualmente a quaranta, cioè al
terzo quindici (vedi la nota 4), si torna alle due, cioè
si retrocede al punto anteriore, cioè ai trenta, vale a dire si torna a passare
due volte per quel grado, onde la partita abbia più probabilità di
eventi e non termini di un sol colpo al cinquanta, che ne è il fine.
27
Messa: posta pecuniaria delle scommesse.
28 Joia:
cosa lunga e noiosa.
29 Il chiamatore del giuoco.
30
Gonfiare i palloni: conciar male.
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