- Vol. 1°
- 1059. Li pericoli der Papato
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1059. Li pericoli der Papato
Jeri
Su’ Santità ccor zu’ bbuffone1
ggiucanno2
in ner giardino3 a la pilaccia4
(vedi er diavolo mó ddove se caccia!),
je successe sto caso bbuggiarone.
In
ner mentre ggià aveva arte5 le bbraccia
la gattasceca6 pe ccalà er bastone,
er Papa s’inchinò ggiú a ppecorone7
pe llevajje8 la pila de llí in faccia.
Ghitanino9
che vvedde10 er zor don Màvero11 in
quell’atto, ffu llesto a strillà: «Ffoco»,12
ma er tortóre13 era ggià ssopr’ar camàvero.14
Ecco
come finischeno ste ruzze:15
che la ggente in nell’ímpito16 der gioco,
tira a le pile e ccojje a le cucuzze.
15 gennaio 1834
1 Monsignor Soglia,
grand’Elemosiniere di Corte.
2 Giuocando.
3
Nel giardino domestico del Vaticano.
4 Il giuoco
della gattacieca alla pilaccia si fa bendando una persona, la quale deve
in quello stato avanzarsi verso il posto dove prima le si era mostrata in terra
una pignatta, e, giunta ove la pignatta si trova, percuoter questa con un
bastone.
5 Alte.
6 La gatta cieca:
la persona bendata.
7 Colle ginocchia e le mani in
terra.
8 Per levargli.
9 Gaetanino
Montani, primo cameriere e confidente di S. S. Gregorio xvi.
10 Vide.
11 Il
signor don Mauro: nome del Papa, prima della sua esaltazione.
12
Foco: cosí gridasi alla gatta-cieca, quando, smarrita la
traccia, va a percuotere in falso od in luogo pericoloso.
13 Tortore,
con entrambe le o chiuse: rozzo bastone e pesante.
14
Al camauro.
15 Questi scherzi.
16 Nell’impeto.
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