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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1094. La priscission der Corpus-Dommine

 

Perché ll’antr’anno in certa priscissione1


sce successe un tantin d’ammazzamento,2
mo ar tronco3 e a lo stennardo4 sto scontento
de Papa j’ha da dà l’inibbizzione!5

 

Leva tronco e stennardo, e in un momento
nun ce resta ppiú un cazzo divozzione.
Sarebbe meno male in cuncrusione
de levà dda la coda6 er Zagramento.

 

Ner portà bbene lo stennardo e ’r tronco
llì sse vedeva l’omo, eh sor Diopisto?7
e ssi uno era svertro8 oppuro scionco.9

 

Ma mmó cche nnun c’è ppiú ttronco e stennardo
e nun ce resta che cquer po’ de Cristo,10
le priscissione io?! manco le guardo.

 

15 marzo 1834

 




1 Della Confraternita di...

2 La destinazione dello stendardo e del tronco, ambita ardentemente da tutti i confratelli, specialmente dai più giovani che amano far pompa di destrezza innanzi alle case delle loro belle, è stata sempre un soggetto d’impegni, alterchi, e non di rado, accoltellamenti.

3 Enorme croce di carta-pesta, foggiata in due grossi tronchi d’albero nella loro rozzezza naturale.

4 Gran gonfalone della Compagnia, portato a due aste.

5 Corse voce che per causa della rissa accaduta fra i confratelli nominati alla nota 2, il Papa avesse abolito l’uso di dette due insegne.

6 Dal fine.

7 Teopisto.

8 Svelto.

9 Cionco.

10 Gran crocifisso, addobbato, per solito da monache, di bende e di frangie.

 

 






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