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- 1275. L’Uditor de la Cammera
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1275. L’Uditor de la Cammera1
L’A.
C. nnovo, in ner ceto de prelati
è un de quelli de li tajji2 vecchi,
e sse pò ddí3 lo specchio de li specchi
de li galantomoni inciprïati.
Vedi
come lo tratteno l’abbati
scortichini, attacchini e mmozzorecchi?4
Tutti je5 vanno a ffà ssalamelecchi6
e averàbbili,7 a sconto de peccati.
«Co
ttante spremiture de limoni»,8
me disceva un copista de Notaro,
«pare che sta canajja lo cojjoni.
E
llui nun ze n’accorge: anzi l’ha a ccaro,
perché, ffra ll’antri9 su’ nummeri10
bboni,
a ccervello sta peggio d’un zomaro».
3 giugno 1834
1 L’Uditore della
Camera, cioè il capo del Tribunale Innocenziano, s’indica nelle scritture colle
sole iniziali A. C., cosicché poi dicesi il Tribunale dell’A. C., o
semplicemente l’A. C. (Auditor Camerae).
2 Tagli.
3 Si può dire.
4 I curiali.
5 Gli.
6 Salamelèch deriva da salam
alaik, parole che profferiscono i Turchi nell’inchinarsi con riverenza.
7 Ave rabbi: frase evangelica.
8 Spremere
i limoni è quel congiungere delle mani inserendo i diti dell’una in quelli
dell’altra, che si fa in atto di preghiera o di ossequio.
9 Altri.
10 Requisiti, qualità. Numeri di sommario: frase
forense: cioè documenti in aiuto della propria causa.
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