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Giuseppe Gioachino Belli
Lettere a Cencia

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Alla Nobile e Gentil Donna

Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti

Macerata

per Morrovalle

Di Roma, 22 Xcembre 1848

G[entilissi]ma Amica

Neppur’io sapeva più nulla dell SS.re Chichi, presso le quali mi recai però jeri in conseguenza della dimanda da voi fattamene colla Vostra del 17. Potrei a simil soggetto ripetervi la descrizione che ve ne feci nella mia precedente, sennonché la Sig.a Nanna mi è sembrata anche un poco più decaduta. M’incaricarono entrambe di porgervi molti saluti.

Per soddisfare ora alla vostra richiesta intorno allo stato mio, vi dico esser questo il solito: sempre male di capo, sempre reumi, sempre fiacchezza, noia d’animo e prostrazione di mente. In quanto a Ciro, egli sta bene, benché magro e pallidotto, effetto forse delle molte fatiche che va sostenendo al tribunale; di che mi viene anche un altro dispiacere, quello cioè di non averlo meco quasi mai. Lo vedo per tre momenti al giorno. Quando si alza, all’ora di pranzo e all’ora di cena: anzi in queste due circostanze mi trova sempre a tavola e mi lascia a tavola. Saluta egli e riverisce Voi e la Vostra famiglia augurando a tutti mille felicità in contracambio a quelle che gentilmente gli avete desiderate.

Anche a me non par questo un tempo da matrimoni, almeno per ora. Sulle dilazioni poi che più specialm[en]te si connettano colle idee di Matildina non saprei che cosa dire, sennonché si debbono rispettare. Ditele che sarà molto difficile, per non dire impossibile, che io la compiaccia d’un mio componimento all’epoca del suo matrimonio; e ciò non per mia volontà, ma per lo stato della mia testa e della mia mente, che da quattro anni e mezzo non mi han più permesso di comporre una linea, né di darmi ad applicazioni. Forse ella nol crederà, come nol credono qui anche altri; ma il fatto è non per ciò meno certo, e la incredulità altrui mi accresce la umiliazione che me ne deriva.

Che io non mi muova più da Roma tenetelo per una cosa sicura: ho cambiato affatto temperamento. Gli acciacchi e la vecchiaia mi son venuti addosso con tutte le lor conseguenze.

Compiacetevi di ringraziare in mio nome la S.a C.sa Bonarelli e il S.r. Ant[oni]o Lazzarini della memoria che conservano di me.

Voi poi, Vostra Madre, Vostra figlia, e Vostro marito, abbiatevi da me mille augurii di felicità pel prossimo Natale e per l’imminente anno che vorrei sperare di tempra diversa da quella dell’anno vicino a crepare.

Sono con sincera stima

 

Il V[ostr]o aff[ezionatissi]mo a[mi]co e serv[itor]e

Giuseppe Gioachino Belli

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