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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
All’Onorevole
Sig.r Giuseppe Gioachino Belli
[Di mano del Belli: R° il 12. Mi mandi la raccomandazione]
Morrovalle, 6 dic[embr]e 1837
Tu dici benissimo: lo sconcerto de’ tuoi interessi è un vero enigma per noi. Non potendolo sciogliere in modo alcuno, attenderemo che la buona sorte ci avvicini una volta onde onde [sic] intenderne dal tuo labbro la spiegazione. Mi spiace poi sommamente che la perversità di essi ti vieti di venire fra noi, ma non insisto su questo punto lusingandomi che se mai ne vedesti [sic] la possibilità, penseresti tu stesso a recarti in seno all’amicizia, che ti riceverebbe a braccia aperte, e cuore pieno di letizia. Dunque fa tu ciò che crederai di poter fare. Monsignor Bruti mi ha risposto che ora è troppo presto per chiedere un’impiego [sic] che non si attiverà prima del ventuno aprile, e che a suo tempo non mancherà di usare le necessarie premure. Io gli ho risposto che quando questo tempo sarà giunto me ne faccia intesa prima di agire onde io senta se la persona persista nello stesso pensiero tanto per chiedere l’impiego, quanto per rimunerare chi glie lo ottenga. Così mi sono con lui disimpegnata senza disgustarlo, senza sciogliermi affatto, e senza pregiudicare in modo alcuno gl’interessi del petente. Ora stà [sic] a te il tentare di fargli ottenere l’impiego, pel quale egli offre in dono scudi 30: a grazia ottenuta. Dici benissimo [che trattasi] d’impegnare piuttosto che di agire. Cerca dunque qualcuno che abbia relazioni nell’amministrazione di sali e tabacchi, e procura d’impegnarlo. Il pretendente è un certo Rocco Laurenti Crisostomi di qui, attualmente verificatore alle coltivazioni di tabacco, ed aspira a divenire Ispettore alle dette coltivazioni, che è il posto di scala che dovrebbe incontrare avanzando. Egli è molto amato da’ suoi superiori perché lo trovano abile, ed esatto nel disimpegnare l’attuale suo impiego, ed è protetto dal Passionista Padre Vincenzo Ferrajoli, fratello di quel Ferrajoli che è il tutto di Torlonia. Questo frate ha fatto ottenere tre anni addietro a Laurenti l’impiego di verificatore, che in conseguenza sono tre anni che esercita. Se tu credi che le tue premure in proposito potrebbero essere ajutate da una commendatizia del d.o Padre Vincenzo, scrivimelo ché posso averla.
Ci fai giustizia credendoci, Pirro ed io [sic], tuoi veri amici, ma se vuoi
farci anche piacere mostraci qualche via onde poterti essere in alcun modo utili. Io non posso soffrire di offrirti una sì inoperosa amicizia, ma ignoro cosa potrei fare per renderla attiva. Daccene dunque tu le tracce. — Tutti di casa ti salutano. Di Pirro poi non ne parlo perché sente quanto il suo cuore è capace di sentire. Addio, mio amico, addio. Abbi cura della tua salute, e credimi inalterabilmente
L’amica tua aff[ezionatissi]ma
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