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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
All’Onorevole
[Di mano del Belli: Giunta il 30. Riscontrata il 5 febbraio per Filottrano]
Morrovalle 25 agosto 1848
Voglio godermi la festa del nostro protettore con lo scrivere a voi ben persuasa che se io stessa non mi procuro vostre notizie, voi non vi prendereste mai il pensiero di darmele.
Riscontrando la ultima vostra del 1° del passato aprile incomincio dal ringraziarvi dei buoni augurj che mi fate e specialmente quello che riguarda la felicità di mia figlia: certo che questo è il primo e il più interessante de’ miei pensieri. Essa stà bene e vi saluta mille volte. Il suo fidanzato dopo essere stato in Lombardia in tutti i fatti d’armi che vi sono accaduti col grado di tenente nel battaglione dei volontarj anconetani, compreso nella capitolazione di Vicenza, ne è uscito illeso, ed ora pensa a regolare i suoi affari per divenire sposo, lo che accaderà nell’anno venturo se impreviste circostanze non facciano pensare altramente. Potrebbe accadere anche prima se Matilde acconsentisse alle di lui preghiere, ma essa mi dice che vuole aver tempo di esaminar bene il di lui carattere; ed io, che bramo vederla sempre contenta, lascio che si regoli a suo giudizio. Ella è contenta di vedersi spesso attorno il suo pretendente ma per ora non desidera più di così. Parmi però che si disponga ad acconsentire che si effettui la sua unione entro il ventuno aprile. Pensate allora di andarla a trovare a Sirolo o a Filottrano perché vuole rivedervi assolutamente.
Se potete darmi notizie delle Chichi le gradirò sommamente.
Mia madre stà bene a sufficienza, considerata la sua età: essa vi saluta e così fa Pirro.
Lunedì prossimo partiamo per la villeggiatura di Filottrano, dove ci tratterremo un mese e forse più. Pirro ha messo qua un provvisionale al suo posto per tenere a noi compagnia: così vi staremo più volentieri. Se poi veniste voi a trovarci staressimo benissimo, ma ora pare che vi siate inchiodato sulla vostra poltrona. Addio. State bene e rammentate
L’amica
[non si legge per strappo della carta]
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