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Giuseppe Gioachino Belli
Lettere a Cencia

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All’Onorevole

S.r Giuseppe Gioachino Belli.

Via monte della farina

n. 18 Secondo piano Roma

Morrovalle 20 dicembre 1849

Amico mio Car[issim]o

Buone feste, e felicissimo capo di anno con tutto il seguito. Troverete il complimento un poco scarso di parole, ma concedendo a ciascuna il suo significato parmi che vi sia quanto basti, per appagare il vostro cuore, ed il mio.

Il piccolo quadro che mi faceste nel passato agosto delle disgrazie che afflissero Roma è una prova che si può dir molto in poche parole, e voi siete ben forte in questo merito. Noi tutti fummo ben contenti di sentire che voi personalmente non soggiaceste ad alcuno degli orrori commessi. Speriamo che non si rinnovino più siffatte scene di distruzione, ma purtroppo ora ci conviene sopportare le conseguenze di tante rovine. Voi, che non v’induceste a partire da Roma in quei momenti di esterminio, non ve ne allontanerete più mai, onde noi non ci rivedremo mai più.

La mia mamà, Pirro, e Matildina vi salutano di cuore, e stanno bene. Gradirei assai che mi ricordaste alle Sig.re Chichi e le daste [sic] i miei saluti, purché a voi non sia di grave incomodo l’andare a trovarle. In questo caso vi prego informarvi del loro stato presente, e di ciò che le [sic] avvenne nel tempo passato.

Se così a voi piaccque [sic] faceste benissimo di presentare il mio ultimo foglio al vostro Ciro affinché vi leggesse i miei saluti; quel tal foglio che voi paragonavate alla manna del deserto per il periodo che lo riguardava. Io sono affatto indifferente al gusto che egli vi avrà trovato mentre io non vedo in lui che il vostro figlio, e perciò in qualunque modo vi regoliate con lui sul mio conto mi stà sempre bene.

Attendo notizie della vostra salute che mi sta sempre a cuore come quella del mio più caro amico.

Conosceste voi qui il nostro segretario comunale Beneattenti che succedette a Rutilj ? Egli è morto nei [sic] scorsi giorni nella età di 51 anni. Ora disimpegna l’ufficio di segretario provvisorio Peppe Meconi, che vi saluta.

Addio, addio. Guardatevi dal freddo, e rammentate che io sono sempre ugualmente

 

L’amica [strappo del foglio]

Ce[ncia]

* * *





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