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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
per Morrovalle
Che i miei caratteri abbianvi suscitato parte dell’antico piacere è da credersi alla moderazion vostra che si appaga del poco: la sorpresa non mi sembra accordabile con alcun de’ vostri sentimenti né con alcuna delle vostre qualità, dacché voi ben sapevate le parole passate da voi a Meconi, da lui a me, e da me a lui intorno alla teoria de’ colori; la quale però voi aspettavate di giorno in giorno forse anche non soddisfatta del di lei ritardo, male opposto al desiderio da voi manifestato di averla con sollecitudine. Io l’aveva promessa, né poteva mancare: l’indugio purtuttavia che prendeva aspetto di mancamento derivò dal proposito di ampliarla con un calcolo accessorio; pel che andavami mancando il tempo in ragione inversa del bisogno. Vi riuscii finalmente: dico riguardo al lavoro materiale ché circa alla materia dubito essere invece riuscito a farmi completamente fischiare. — Vi ringrazio della opinione di gentilezza in che vi piace conservarmi benché io conosca non avere io mai meritato questo elogio da chi parli con coscienza di verità. Conosco me, il mio carattere e i gravi difetti suoi: la vanità dell’amor proprio spesso mi abbaglia ma non mi fa cieco mai. Gemo di una natura che mi rese infelice; procuro di migliorarla, ma gli anni contrastano al buon volere, e così morrò come Argante, per mettere la cosa in burla. — Non pensai affatto ai colori delle sete; anzi neppure mi avvidi che quella seta avesse un colore. Scusi la mia prima storditezza il giornaliero deperimento della memoria, uno de’ regali che veggo andarmi portando l’età: scusino la seconda le distrazioni alle quali vado soggetto per giunta. Non trovo nella mia vita di che corrispondere alle particolarità da voi espostemi intorno alla vostra. Respiro, sbadiglio, m’impaziento, leggo, temo, scrivo, lacero; e preparo al frutto una pianta. Questa è mio figlio, il quale è forse ente da studiarsi. Se fosse nato in Oriente o in America, mi pare che travederei il suo destino. Ma la sorte lo legò qui, dove le condizioni del tempo lo faranno o miserabile o vile. Tutta la mia famiglia gode salute, meno quelli che lasciaronla partendo dal Mondo. Dove però l’espiazioni operino sulle anime quel che le medicine sui corpi, essi godono ora diversa specie di sanità non più alterabile per attacchi esterni. — Il nudrimento della vostra figliuola dovrà occuparvi ancora molti anni: allorché avrete finito quello della carne, principierà l’altro dello spirito. Ricordatevi allora della mensa imbandita da Locke, e le procurerete benefiche digestioni. — Sento già qualche stimolo viatorio: se però farò viaggio non so ancora quando e per dove: mi pare purtuttavia che lo prenderei lungo il Mediterraneo: non so, ripeto; dipenderà da varie circostanze unite in combinazione. — Ciarlatano dissi più spropositi che bugie: benché, metafisicamente parlando, gli spropositi sieno anch’essi le bugie del buonsenso. Lo crederete? Faticai, spesi, e poi divertendo gli altri mi annoiai da sovrano. A proposito di noia, si sono uccisi un francese che si era annoiato di pagare i debiti e un inglese che si era annoiato di veder passare per l’aria le nuvole. —
Riveritemi chiunque vi appartiene ed accogliete da me l’espressione di tutti i sentimenti degni di voi.
Il vostro d[evotissi]mo e oss[ervantissi]mo
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