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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
per Morrovalle
Di Roma, mercoledì 6 marzo 1833
Ho veduto varie altre volte vostro suocero, e, per la più recente, questa mattino; e ci siamo intesi sull’articolo Carte ecc. Egli ne scriverà al figlio.
A quanto posso comprendere, l’esemplare di calligrafia che possedete è ottimo pel vostro bisogno. I pochi elementi che vi precedono il carattere cosiddetto grosso, sono sufficientissimi all’uopo, non di altri movimenti abbisognano addestrare la mano de’ fanciulli destinati ad una buona scrittura. Dai segni che voi mi riportate nella vostra lettera distinguo sei specie di esercizi ciascuno di essi per tante linee e tante pagine di scrittura quante si conoscano essere state sufficienti alla franca esecuzione dell’esempio. Ciascuna di queste mostre è appunto una classe. Purtuttavia ve ne aggiungerei una settima che comprendesse delle aste lunghe e diritte a questo modo...
Riepilogando il tutto, ecco: ma però più in grande, nella proporzione cioè indicata dal vostro posseduto esemplare. Circa poi al carattere, sceglietene precipuamente tre specie, la prima cioè e l’ultima dell’esemplare, e la media fra queste. Ecco altre tre classi, il carattere grande per prima, il mezzano per seconda, e il piccolo per terza. Con questo metodo s’insegna per tutto la calligrafia all’antica. Della moderna, cioè col metodo anglo-americano, non occorre qui far parola, mentre è necessario averne speciale cognizione. Certo è però che con un maestro che ne indichi bene il particolar movimento ai bambini, questi fanno prodigi, tanto in celerità quanto in perfezione. Io dunque crederei farvi gettar danari se vi mandassi altro esemplare che presso a poco sarebbe sempre consimile a quello che avete.
Vengo all’Atlante. Non crediate che si abbia veramente un Atlante quale converrebbe a ragazi, secondo le vostre idee. Più questi atlanti sono grandi, e più confusi appariscono, per la maggior quantità di luoghi indicativi, e spiegati con parole di carattere sempre minutissimo. Io ne posseggo uno superbo de’ SS.i Lapie. Geografi della Casa di Francia, che innamora a vederlo; ma dove un fanciullo si smarrirebbe di terrore appunto per la sua diligenza e perfezione. Io credo che il principale scopo nell’insegnare la geografia a’ fanciulli debba essere quello d’imprimer loro bene nella mente la figura, e direi quasi profilo o fisonomia delle varie regioni, onde le distinguano a colpo d’occhio dalle altre di diversa superficie. Conosciuta che ne abbiano e ritenuta la idea di periferia, poche altre nozioni bastano sulle interne collocazioni di provincie, terre, monti, fiumi. Per simile fine un atlante di piccole carte, sufficientemente distinte de’ principali luoghi può meglio giovare che uno di grandi fogli, dove le regioni troppo dilatate, oltre il danno della interna ripienezza, non possono essere bene abbracciate e percette in un colpo d’occhio dalla vista novella del principiante. Presso tuttociò, il piccolo atlante dell’Olivieri, che costa bai: 50 sarebbe da me preferito al mio del Lapie che vale scudi 20. — Eccovi il dettaglio di detto piccolo Atlante «Atlante tascabile, ossia serie di 21 cartine geografiche, nelle quali si rappresenta in ristretto lo stato attuale di tutte le parti del globo terraqueo: cioè 1 la sfera armillare; 2 il mappamondo; 3 l’Europa; 4 la Svezia, la Norvegia e la Danimarca; 5, 6 la Russia europea e l’indicazione di tutti i governi attuali di questo impero; 7 la Regione del Caucaso; 8 i regni brittannici; 9 la Germania antica; 10 Germania moderna; 11 la Polonia; 12 la Spagna; 13, 14 la Francia e la sua divisione in dipartimenti; 15 l’Italia; 16 la Turchia europea; 17 l’Asia; 18 l’Indostan; 19 l’Africa; 20 l’America settentrionale; 21 l’America centrale; 22 l’America meridionale; 23 l’antica Giudea. — Il sesto dell’Atlante (bell’e legato alla rustica) è simile al presente foglio, compresovi il margine che circonda le carte: le demarcazioni sono colorate. Io per me, a prima giunta, mi servirei di questo, che alla fine costa sì poco da non potersi mai dire: oh che denari gettati! — Prima di insegnare però la geografia, non sarebbe male di dare all’alunno alcune idee preliminari di geometria piana: e in quanto al testo geografico, io mi varrei del Letronne e del Balbi. —
Per la storia universale, dovessi leggerla io, prenderei piuttosto il Ségur che il Calmet, perché tra due buoni libri, uno antico e uno moderno, io mi appiglio piuttosto a questo che a quello: ma trattandosi di fanciulli è più prudente scegliere il Calmet che il Ségur. Mneme, in greco, significa memoria: mnemon, ricordevole; Mnemosina (o Mnemosine) era la Dea della memoria che partorì a Giove le nove muse. Quindi la mnemonica è l’arte della memoria o la memoria artificiale. È vero che ho messo il mio Ciro in Collegio a Perugia.
Dopo la mia ultima lettera sono stato anche indisposto: ora sto meglio. — Mi pare di aver dato sfogo alle dimande della vostra del 28 di febbraio. Non mi resta pertanto che salutarvi tutti, e ripetermi al solito.
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