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Giuseppe Gioachino Belli
Lettere a Cencia

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Alla Nobile e Gentil Donna

S.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti

Macerata

per Morrovalle

Di Roma, martedì 28 Ottobre 1834

A.[mica] C.[arissima]

La vostra del 22 mi giunse col marchio di posta di jeri. Udendo la vostra urgenza di essere quì circa i primi di Novembre mi fece smarrire pensando che non mi sarebbe rimasto che il corrente ordinario per darvi un riscontro da giungervi in tempo, se pure in tempo è per colpa del ritardo della vostra lettera. Nulladimeno, malgrado la orribile giornata di jeri ci mettemmo in giro Mariuccia ed io, uno per una parte e uno per l’altra. Abbiamo seguitato il giro questa mattina, ma inutilmente. Quello che a voi pare facilità, qui è invece difficoltà. Una sola camera, per un solo mese (ora che tutti pongono in assetto i loro appartamenti onde affittarli per tutto l’inverno ai forastieri che già principiano ad arrivare) non si trova ad averla, ed i prezzi sarebbero orribili. Tutti vi ripetono la difficoltà del poter perdere un lungo affitto quante volte capitasse l’occasione mentre la stanza fosse occupata. Un letto grande poi in una stanza unica è cosa anche difficoltosa. Il comodo di cucina per una stanza unica, più difficoltoso ancora. La cucina si vuole concedere per uso di chi prenda un appartamento. Eppoi tante altre difficoltà, che troppo andrei per le lunghe se volessi enumerarvele. Ho ritentato pure dalla Chichi. La ho trovatamortamoribonda, ma pur sempre inferma, ed incapace di abbandonare la sua unica stanza, che in istato di salute vi avrebbe ceduto volentieri, come disse al S. Cristofori. Vi avrei voluto albergare io, che circa a ciò sono con voi in debito molto: ho però due ostacoli, uno superabile, l’altro insuperabile, malgrado che la mia casa sia grande da buttarne via. A voce ve lo proverò. In questo stato di cose che dirvi? Voi avete fretta, ed io non trovo. Dunque se arriverà in tempo questa mia ad avvertirvi, potrete al vostro giungere dirigervi in Via del pozzetto (presso la piazza di S. Claudio de’ Borgognoni) al n. 108 secondo piano, in casa della S.a Carolina Cerroti parente di mia moglie, dove potrete ricoverarvi per due o tre giorni, e starvi anche il mese qualora il comodo e il prezzo (figuratevi S. 15!!!) vi potesse convenire. Le persone sono eccellenti, ma la camera è situata in modo che ed esse e voi non godreste tutta la possibile libertà che potreste altrove desiderare ed ottenere. Ma se intanto non si trova di meglio, per due o tre giorni potrete star sufficientemente contenta, e poi Dio provvederà. In questo tempo io seguiterò a cercare, e se avrò trovato, al vostro arrivo lo saprete. Mi pare però che nell’angustia in cui siamo, riuscirà difficile assai che prima ce la possiamo intendere circa al prezzo d’affitto che desiderate sapere. Questo per ora non posso dirvelo perché l’albergo di tutto vostro genio non l’ho trovato: circa poi i pochi giorni che potrete restare dove vi ho provisionalmente indicato, non merita che se ne parli avanti. Se avete tempo di farlo, indicatemi il giorno dell’arrivo, per farvi trovare le cose in ordine.

Sono le due: e non ho avuto cinque minuti per iscrivervi la presente dopo tornato dalla escursione fatta per voi. Dunque pigliate quel che ho potuto aver scritto, a senso o a controsenso. Saluto tutti anche a nome di Mariuccia, e addio ché la posta parte.

 

Il Vostro aff.mo amico e servitore

G.G. Belli

* * *




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