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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
S.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
per Morrovalle
Rispondo alla vostra del 6. Io sto bene. Il mio viaggio non poteva per niun verso riuscirmi aggradevole, fuorché nel rapporto del rivedere mio figlio, di che non era luogo a dubbiezza.
Ho soddisfatto alla vostra commissione de’ saluti alla Chichi, benché ve la foste salutata da voi nel medesimo ordinario e nello stesso foglio di carta; del quale però la palomba toccò a me, e le palombe son nunzie. Per le Cerroti vi sarà tempo a pensare. — Mia moglie vi ringrazia delle ordinate mazzoche, e saluta sia voi che la vostra famiglia. — Le gastrichette della Matilde mi paiono alquanto frequenti. Badate alla bocca ed ai gustarelli. — Credo che ormai non tossirete più. Ad ogni modo la tosse rispettatela, ricordando avere anch’essa avuto sacerdoti ed altari. Infine, dite bene: passerà anche questa. — Già io conosceva il destino della Ruspoli. Intendo in qual modo debba spiacervi. Duole anche a me, tanto più che ne conosco il marito e lo stimo come un nobile non insolente.
Vi prego rendere i miei rispetti a’ SS.ri Liberati e Tomassini, dire a Pirro che si prepari al brutto impero de’ Medici, il quale è assoluto quando uno Stato sia divenuto uno spedale.
Saluto il resto de’ vostri, e vi rinnovo le proteste della mia servitù.
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