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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
Al Signor Geminiano Lustrini
Direttore dell’ufficio de’ corrieri
Roma
Fuligno, 11 Gennaio 1823
«Riguardo al rotoletto di musica, che pare si sia smarrito, il corriere Signore Sgariglia, che questa mattina ho fatto qui in posta chiamare espressamente, mi assicura che quel ministro postale di Macerata, a cui egli lo aveva consegnato, lo ha accertato di averlo passato al destinatario. Affinché io però possa con più sicurezza spiegare come la cosa vada, sarà necessario che voi mi sappiate indicare il nome a cui il rotoletto era diretto; ed in qual giorno, e con qual corriere me lo avete mandato». V[ostro]
(Armillej)
Questo è il paragrafo della lettera scritta dal ministro postale di Fuligno al Direttore dell’uficio de’ Corrieri di questa Città di Roma. Questo Signor Direttore me l’ha comunicata perché io gli fornissi que’ lumi che in essa si chieggono. Io gli ho risposto che il rotolo fu mandato a Fuligno nel giorno di sabato 30 novembre 1822: che il nome del Corriere conduttore sino a quella città poteva egli meglio di me indagarlo da’ suoi registri; e che finalmente il rotolo portava il seguente indirizzo:
Alla Nobile e gentil donzella
Signora Marchesa Vincenza Roberti
(Fermo in posta) Macerata.
Oltrediciò il rotolo portava una piccola impronta in nero simile a quella di un contrassegno che la S[ignor]a Marchesina avrebbe mandato pel più sicuro ritiro al Signor Direttore di Macerata.
Caro Rutilj, fatemi il piacere di far copia di tutto il contenuto di sopra fra le due linee, cioè tanto il paragrafo Armillej quanto la mia giunta, e mandarla al Direttore di Macerata acclusa separatamente in altra vostra o alla Marchesina (per non far confusione di tante scritture in un sol foglio) e dire a questo Signor Direttore, che l’acclusa carta è una copia di lettera venuta di Roma dalla parte di chi mandò alla Marchesina il rotolo di musica: pregandolo finalmente di interrogare maturamente tutti gli impiegati del suo uficio per rilevare lo equivoco. Mi darei il capo al muro per questa perdita inesplicabile. Vi era della musica veramente bella; ed alcuni pezzi di Parigi che non posso rimpiazzare nemmeno. Addio. Riveritemi tutti, e credetemi
Il vostro G. Belli
Ho incontrato oggi per Roma il S[igno]r Adone Palmieri. Mi ha detto essere qui venuto da non molto, ed uscire oggi per la prima volta dopo una fiera malattia sofferta. Il Padre spaventato da questa sua infermità è corso qui per le poste ed ancora vi dimora. Vogliono visitarmi. Io però ho dimandato il loro indirizzo per prevenirli, se mi sarà possibile. Non so se la Marchesina sapeva questo viaggio del dottore. Se no, non le sarà discaro, che io pel vostro mezzo la istruisca di cosa appartenente ad un amico comune.
Oltre la vostra carissima ricevei anche le poche linee della Marchesina. La partecipazione ad essa di questa mia potrà servirle di risposta. Salutatemela come io posso desiderare.
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