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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
Alla Nobile e Gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
Macerata
per Morrovalle
Di Perugia, 7 settembre 1839
A.[mica] C.[arissima]
Sino al 17 agosto (giorno in cui, come sempre io vi dissi, accadde la mia partenza da Roma) io aveva sperato di vedere da un ordinario all’altro qualche vostra lettera che mi desse notizia del vostro viaggio e dell’arrivo a Morrovalle. Ma dovei partirmene privo di quella sperata soddisfazione, che non solamente mancò a me ma insieme a vostro suocero, il quale sino a due giorni innanzi alla mia partenza mi disse non aver mai veduto alcun foglio né di voi né del figlio. Avete avuto lettere? ci andavamo noi sempre dimandando scambievolmente; e la comune risposta sempre era: nulla. Eppure noi cinque non ci eravamo divisi già in collera. Io dunque aspettava, ed ho aspettato anche quì, dove Voi sapevate che io sarei giunto il 19, siccome vi giunsi. Spiegatemi dunque questo fenomeno. Che se ancora avete una penna e un po’ d’inchiostro per me, sappiate che io sarò in Terni nei giorni 14 15 e 16 di questo mese, e il 18 rivedrò Roma. Ditemi: sto bene, e mi basta.
Ciro ha di già sorpassato alcun poco la mia statura. Si mantiene sano e robusto, ed è di un carattere amabilissimo. In questi giorni ha dato pubblico saggio di matematiche, eloquenza italiana e latina e musica; e gli sono stati aggiudicati quattro premii. Nell’anno venturo si esporrà in lingua greca, logica, metafisica, e fisica generale.
Vi prego di dire mille parole amichevoli per me a Pirro e alla mia cara Matildina, a cui voglio più bene che a Voi; e benedetta la sincerità. Però Madamigella poteva dire a Mammà: perché non iscriviamo due righe a Nonno e a Belli? Ma pure deve averlo detto, e Voi non le avete voluto dar retta.
Salutatemi anche la Marchesa e Checco. Ditemi, se vi piace, come si è calmato Rutilj. Finalm[ent]e i miei rispetti al S.r Caro [sic] Liberati e alla S.a C[onte]ssa Bonarelli.
Sono con vera stima e amicizia
Il vostro aff[ezionatissi]mo
Belli
P.S. — La mia testa va sempre al solito.
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