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Giuseppe Gioachino Belli
Lettere a Cencia

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Alla Nobile e Gentil Donna

Sig.a Vincenza Perozzi, nata M.sa Roberti

Macerata

per Morrovalle

Di Pesaro, 19 Giugno 1830

A.[mica] C.[arissima]

Mi par d’essere quel pazzo che corra appresso all’ombra del suo capo: più m’affretto a terminare i miei affari, e più la lor fine si allontana da me. Non potei subito rispondere alla vostra lettera de’ 13, giunta qui il 17, poiché il corriere in partenza anticipò quello in arrivo di circa mezz’ora. Come persuadermi la necessità della mia corrispondenza? Per una lettera tollerabile ne avreste cento più vuote di zucche e più leggiere. Di rado i miei pensieri obbediscono alla volontà e al bisogno; né fra il mio cuore e la mente sembra esistere unità di azione, quindi il pericolo dell’artificio e della sterilità: vizio uno peggiore dell’altro in un carteggio, che richiesto dall’amicizia, esige sempre semplicità e copia. Non il discorso ridondante ma il fertile di grazie naturali conviene unico ad una donna sensitiva quale voi siete: ed io, mi sento quasi sempre spinoso ed amaro. Talora vi farò qualche illusione; ma quale maraviglia? La natura si stanca nel bene e nel male. Se il foglio che mi annunciate volermi dirigere potrà essere quì la sera de’ 28, è certo che io lo riceverò. Sino al martedì 29 i miei interessi non hanno alcuna apparenza di volermi rendere libertà. Ma quando le cose non lascino la piega presa testè, credo assolutamente che la diligenza che passerà di quì il giorno di S. Pietro mi si ricondurrà via da questo troppo lungo soggiorno. Però non mi recherò subito a Roma. In altre faccende e in altro luogo più spiacevole dovrò impiegare un nuovo lasso di tempo indeterminabile.

Quali doni volete da me? Che posso io darvi? Bisogna esser discreta assai per non soverchiar le mie forze. Un dono, e forse due! Udremo. E mi chiedete se ve li accorderò! Non ne so niente io. A voi che ne dice il cuore? Io non posso promettere ad occhi bendati. «If i have promised you anything and not have fulfilled that promise, it would be very unpolite: but remember that I have promised nothing». Così, al proposito nostro, dice un classico inglese, cioè: «impolitezza mi sarebbe l’avervi promesso e non attenuto: ma ricordatevi che nulla io promisi». E io ci aggiungerò del mio «perché nulla seppi».

Fatemi il piacere di star bene e di credermi sempre servitore ed amico

 

G.G. Belli

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