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Giuseppe Gioachino Belli
Lettere a Cencia

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Alla Nobile e gentil Donna

Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti

Macerata

per Morrovalle

Di Roma, 19 Maggio 1831

Oh Dio mio! Non attribuire, cara amica, a poca amicizia quella specie di languore e di aridità di cui le mie lettere possono apparire ridondanti; veramente io ho perduto ogni brio ed ogni bella maniera di spiegarmi e di concepire. Tu conservi tutto il fuoco della più fresca gioventù. In me però un decennio ha prodotto un cangiamento notabile ed anche assi scoraggiante per la probabilità dei progressi. Non ho più la scintilla di giovinezza che mi accenda e mi ravvivi. Nulladimeno non ho perduto conoscenza del bene e del male; e le attenzioni e le dimostrazioni sinceramente amichevoli producono sempre in me una sensazione di piacere e di riconoscenza. Né devi badare a qualche inconseguenzola rimarcabile fra le une e le altre delle mie lettere. Un poco d’inconseguenza è stato sempre il rimprovero dato dalla mia coscienza alla mia natura; ed ora? Ora le belle giornate della mia vita fuggono cogli anni, e il tedio del perdere aggrava ogni cattivo abito non a tempo corretto. Già dal passato ordinario io ti aveva partecipato il luogo della mia villeggiatura: Veroli.

Oggi lo ripeto, e ripeto ancora che lunedì 23 accadrà la partenza. Invio per la diligenza di sabato 21 un cilindro con alcune carte ravvolte. Non è il regalo promesso: quello a Novembre! È una cosa malconcia, che il viaggio finirà di rovinare. — Bellozzi da molto tempo abita in casa Chichi. La vedova ha ottenuto scudi 15 mensili a titolo di pensione. Credo però che le si dovesse di più. — Mi rallegro davvero del contratto stabilito fra te e la zia Volumnia. A me pare che tu ceda spine per rose. Ad ogni modo un godimento pronto e pacifico va preferito a qualunque futuro bene di penoso conseguimento. — Impossibile per me in quest’anno il variare tante dimore. Resterò a Veroli sino a Novembre. — Goditi il bello aspetto del giovane costì nuovamente stabilito. Il soggiorno lungo di Roma lo avrà preparato al polimento della civiltà milanese e così all’interesse esterno degli occhi potrà assai agevolmente mandare unito l’interno dell’animo. Chiudo la lettera e vado a passeggiare. Ci rivedremo da Veroli. Addio. A proposito! Tua sorella non entra nel contratto colla zia?

 

L’aff.mo amico G.G. Belli

* * *





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