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Giuseppe Gioachino Belli
Lettere a Cencia

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Alla Nobile e Gentil Donna

Signora Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti

Macerata

per Morrovalle

Di Roma, 17 Novembre 1831

C.[arissima] A.[mica]

Io vi scrissi la mia precedente nella sera del sabato 12. Al dopopranzo della domenica 13 il vetturale mi si costituì. Era assai afflitto per certe 150 libre di porco. Gli avrei di buon grado partecipata la cura prodigiosa pei patemi; ma il male era ancor troppo fresco. Forse dopo il divagamento del viaggio sarà più disposto a praticarla. Consiste tutta nel prendere mattina e sera le polveri del me ne. Vedete però come Iddio castiga! L’Erario qualche volta è ladro. Ebbene Liberato volle gastigare l’erario: un’altro [sic] galantuomo ha gastigato Liberato: e Iddio poi gastigherà l’altro galantuomo col mezzo di chi dispone dell’erario. Bella vicenda di casi! Bell’intreccio di anella!

 

«E giusto è ben che nel cervel ti metti»

«Che cause eguali danno eguali effetti».

 

Riceverete dunque o avrete ricevuto il baulletto chiuso a due serramenti, uno col ministerio della chiave suggellata sull’altro, sotto la impronta che chiuderà la presente lettera. Il Crocenzi ha seco il mio foglio di quietanza di s. 7:73 che forse mi pare non corrisponderanno alla risultanza del conto unito alle merci, perché credo di averlo errato.

Come va la cifra? Sapete voi cosa è quella? Niente di meno che la chiave con cui si sorprende l’arcano nascosto in Mosè negli Urìm e Tumìn del Terafìm [sic] sacerdotale sotto i protogrammi de’ nomi delle 12 pietre e de’ nomi delle 12 tribù; (i quali inoltre offrono una stupenda combinazione cabalistica che è fuori del caso nostro). Il metodo della lettura è di seguire la linea nelle sue giravolte, e far succedere uno all’altro i caratteri che ai 12 bottoni corrispondono. Forse lo avrete già indovinato: ma in questo caso ancora, io mi riserbava di sorprendervi coll’augusta origine di un mistero oggi svelato, ed applicato da me al nome e alla professione di vostro marito. Adesso vedete quest’altro. Esso è la chiave del senso occulto, che lo stesso Mosè dispose tra le 22 lettere dell’alfabeto da lui dato agli Ebrei nell’uscire d’Egitto. L’applicazione può piacervi quanto quella dell’altro. Saluto tutti pezzo per pezzo e sono al solito

 

Vostro aff.mo amico e servitore

G.G. Belli

* * *





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