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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
Alla Nobile e gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti
Macerata
per Morrovalle
Di Roma, 22 Marzo 1832
A.[mica] C.[arissima]
Mi accingo a riscontrare la vostra de’ 7, dopo perduta speranza di avere per ora le carte da Borghi. Il prelato non trova più altro mezzo che citarlo alla restituzione avanti all’Uditore della Camera: prima però di venire a tale estremo, che non onora neppur lui, egli avrebbe desiderato e desidererebbe vedere finita la cosa all’amichevole. — Di molto piacere mi è giunto il dettaglio de’ profitti della vostra figliuola. Essa possiede assai buoni elementi per poter riuscir bene. Le rendo un bacio di cuore. — Il Gemelli Careri fu un buon galantuomo che stampò la relazione di una sua passeggiata attorno al mondo: ma la sua fama perì col suono, ché non potè salvarla quel pregio di eloquenza che ci fa care e ricordevoli le minchionerie cinesi e giapponesi del Bartoli. — Non Saverio Broglio, ma Salvador Betti: non C...matto, ma Carlo Emmanuele Muzzarelli.
Ecco: calvV = Calòs = bello: Calossi = Belli.
Potendo sapere quando parta per Roma il Liberato, favorite avvertirmene. Voglio sperare che il vostro raffreddore sia finito, e se così è come spero, mi piace assai di congratularmene. Vi ringrazio della spedizione del mio quadruccio a Loreto. Saluto tutta la vostra famiglia. Sono al solito.
Il Vostro servitore ed amico
G.G. Belli
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