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Giuseppe Gioachino Belli Lettere a Cencia IntraText CT - Lettura del testo |
Alla Nobile e Gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi N.a M.sa Roberti
Macerata
per Morrovalle
Di Roma, primo Marzo 1834
A.[mica] C.[arissima],
Riscontro la vostra del 23 passato [perento?] [?] febbraio. Io tornai l’ultimo giorno di Carnevale, e ben tosto mi posi in letto col solito male di reuma. Ora ne son libero, meno un certo stordimento di capo che non mi abbandona mai. Torno a ripetervi che la vostra idea di farmi dirigere da quì le occupazioni di vostra figlia non può da me venire appagata, e neppur so se ciò potessi eseguire da vicino, perché, conveniamone, i nostri modi di vedere sono due, e assai distinti. La lontananza rimedia in parte a questo secondo punto, prevenendo, difficoltando, o troncando lo spirito di controversia.
Resta però sempre a danno della distanza l’ostacolo della mancante inspezione locale. Io non conosco il Signor Cerquetti, né se lo conoscessi saprei positivamente cosa dovessi consegnarli per voi privo come mi trovo di vostre risoluzioni definitive. Riguardo al Signor Borghi, avete udito da vostro suocero cosa mi rispose in sua presenza.
Ringrazio e risaluto Pirro, il Signor Tomassini, la cara Matildina, e tutti gli altri di vostra famiglia. Sono al solito
Vostro aff.mo servitore ed amico
Giuseppe Gioachino Belli
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