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Bernardo Dovizi detto Bibbiena
La Calandria

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SCENA SEDICESIMA

 

Fannio servo, Lidio femina, Samia serva

 

FANNIO O Lidio, ecco in verso noi la serva di Fulvia. Nota che ha nome Samia. Rispondeli dolcemente.

LIDIO FEMINACosí pensavo.

SAMIA Sei tu piú turbato?

LIDIO FEMINANo, Dio, no. Samia mia, perdonami, ché in altro caso io ero occupato et ero quasi fuor di me, tal ch'io non so quel che mi ti dissi. Ma dimmi: che è di Fulvia mia?

SAMIA Vuo'lo sapere?

LIDIO FEMINANon per altro te ne ricerco

SAMIA Domandane il cor tuo.

LIDIO FEMINANon posso

SAMIA Perché?

LIDIO FEMINAO non sai che 'l cor mio è con lei?

SAMIA Tanto faccia Idio sani delle reni voi altri amatori quanto voi dite mai il vero. Dianzi non poteva costui sentire ricordarla; e or mi vuol far credere che altro bene non ha che lei. Come se io non sapessi che tu non l'ami e non vuoi venire dove la sia!

LIDIO FEMINAAnzi, mi si strugge la vita infin che seco non mi trovo.

SAMIA (Alla croce di Dio, che lo spirito potria pure aver lavorato da buon senno!) Tu verrai, dunque, come suoli?

LIDIO FEMINAChe vuol dir: come suoli?

SAMIA Dico: in forma di donna.

LIDIO FEMINABee' ... come l'altre volte.

SAMIA Oh, che nuova porto io a Fulvia! Non voglio star piú teco. E tornerommene per la strada di drieto perché altri non mi veda, partendo da te, entrare in casa. Adio.

LIDIO FEMINAAdio.

 

 

 




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