Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Bernardo Dovizi detto Bibbiena La Calandria IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Fessenio servo, Fulvia.
FESSENIO Voglio andare un poco da Fulvia, ché comparita su l'uscio la vedo, e monstrarle che Lidio vuol partirsi, per vedere come se ne risente.
FULVIA Ben venga, Fessenio caro. Dimmi: che è di Lidio mio?
FESSENIO Non mi pare quel desso.
FESSENIO Sta pure in fantasia di partirsi per cercare Santilla sua sorella.
FULVIA Eh, lassa a me! Vuol partirsi?
FULVIA Fessenio mio, se tu vuoi l'util tuo, se tu ami il ben di Lidio, se tu stimi la salute mia, trovalo, persuadilo, pregalo, stringilo, suplicali che per questo non si parta, perché io farò per tutta Italia cercar di lei; e, se avvien che si ritrovi, da mo, Fessenio mio, come t'ho detto altre fiate, li do la fede mia che io la darò per moglie a Flaminio mio unico figliuolo.
FESSENIO Vòi che cosí gli prometta?
FULVIA Cosí ti giuro e cosí mi obligo.
FESSENIO Son certo che volentieri l'udirà, perché è cosa da piacergli.
FULVIA Spacciata so', se tu con lui non mi aiuti. Pregalo che salvi questa vita, che è sua.
FESSENIO Farò quanto mi commetti; e per servirti vo a trovarlo a casa ove ora si trova.
FULVIA Non men farai per te, Fessenio mio, che per me. Adio.
FESSENIO Costei sta come pò; è, per Dio, ormai è d'aver compassione di lei. Fia bene che Lidio, oggi, da donna vestito, come suole, venga da lei. E cosí farà perché non meno lo desidera che costei. Ma far prima bisogna la cosa di Calandro. Et eccolo che già torna. Dirògli avere ultimato il fatto suo.