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Bernardo Dovizi detto Bibbiena
La Calandria

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SCENA NONA

 

Fessenio servo, Calandro.

 

FESSENIO Non potria meglio esser ordinata la cosa. Lidio da donna si veste e in la sua camera terrena Calandro espetta, e da fanciulla galantissima se gli mosterrà. Poi, al far quella novella, chiuse le finestre, una scanfarda a canto se gli metterà: attento che di grossa pasta è il gocciolone che l'asino dal rosignuolo non discerneria. Vedilo che ne viene tutto allegro.

Contentiti el ciel, patrone.

CALANDRO E, te  Fessenio mio. È in ordine il forzieri?

FESSENIO Tutto; e vi starai drento sanza snodarti pure un capello, pur che bene vi ti acconci drento.

CALANDRO Meglio del mondo! Ma dimmi una cosa ch'io non so.

FESSENIO Che?

CALANDRO Arò io a stare nel forziero desto o adormentato?

FESSENIO Oh, salatissimo quesito! Come, desto o adormentato? Ma non sai tu che in su' cavalli si sta desto, nelle strade si camina, alla tavola si mangia, nelle panche si siede, ne' letti si dorme, e ne' forzieri si muore?

CALANDRO Come, si muore?!

FESSENIO Si muore, . Perché?

CALANDRO Cagna! L'è mala cosa.

FESSENIO Moristi tu mai?

CALANDRO Non, ch'io sappia.

FESSENIO Come sai, adonque, che l'è mala cosa, se tu mai non moristi?

CALANDRO E tu, se' mai morto?

FESSENIO Ooooh! mille millanta, che tutta notte canta.

CALANDRO È gran pena?

FESSENIO Come el dormire.

CALANDRO Ho a morir, io?

FESSENIO , andando nel forziero.

CALANDRO E chi morirà me?

FESSENIO Ti morirai da te stesso.

CALANDRO E come si fa a morire?

FESSENIO El morire è una favola. Poi che nol sai, so' contento a dirti el modo.

CALANDRO Deh, ! Di', .

FESSENIO Si chiude gli occhi; si tiene le mani cortese; si torce le braccia; stassi fermo fermo, cheto cheto; non si vede, non si sente cosa che altri si faccia o ti dica.

CALANDRO Intendo. Ma il fatto sta come si fa poi a rivivere.

FESSENIO Questo è bene uno de' piú profondi secreti che abbi tutto il mondo: e quasi nessuno il sa. E sia certo che ad altri nol direi già mai; ma a te son contento dirlo. Ma vedi, per tua , Calandro mio, che ad altra persona del mondo tu non lo palesi mai.

CALANDRO Io te giuro che io non lo dirò ad alcuno; e anche, se tu vuoi, non lo dirò a me stesso.

FESSENIO Ah! ah! A te stesso sono io ben contento che tu 'l dica; ma solo ad uno orecchio, a l'altro non già.

CALANDRO Or insegnamelo.

FESSENIO Tu sai, Calandro, che altra differenzia non è dal vivo al morto se none in quanto che il morto non se move mai, e il vivo . E però, quando tu faccia come io ti dirò, sempre risusciterai.

CALANDRO Di', .

FESSENIO Col viso tutto alzato al cielo si sputa in ; poi con tutta la persona si una scossa, cosí; poi s'apre gli occhi, si parla, e si muove i membri: allor la Morte si va con Dio, e l'omo ritorna vivo. E sta' sicuro, Calandro mio, che chi fa questo non è mai, mai morto. Or puoi tu ben dire d'avere cosí bel secreto quanto sia in tutto l'universo, e in Maremma.

CALANDRO Certo, io l'ho ben caro. E or saprò morire e rivivere a mie posta.

FESSENIO Madesí, patron buaccio.

CALANDRO E tutto farò benissimo.

FESSENIO Credolo.

CALANDRO Vuo' tu, per veder se io so ben far, ch'i' provi un poco?

FESSENIO Ah! ah! Non sarà male; ma guarda a farlo bene.

CALANDRO Tu 'l vedrai. Or guarda. Eccomi.

FESSENIO Torci la bocca; piú ancora; torci bene; per l'altro verso; piú basso. Oh! oh! Or muori a posta tua. Oh! Bene. Che cosa è a far con savii! Chi aría mai imparato a morir bene come ha fatto questo valente omo? El quale more di fuora eccellentemente. Se cosí bene di drento more, non sentirà cosa che io gli faccia; e cognoscerello a questo. Zas! Bene. Zas! Benissimo. Zas! Optime. Calandro! oh, Calandro! Calandro!

CALANDRO Io son morto, i' son morto.

FESSENIO Diventa vivo, diventa vivo. Su! su! ché, alla , tu muori galantemente. Sputa in .

CALANDRO Oh! oh! uh! oh! oh! uh! uh! Certo, gran male hai fatto a rinvivermi.

FESSENIO Perché?

CALANDRO Cominciavo a vedere l'altro mondo di .

FESSENIO Tu lo vedrai bene a tuo agio nel forziero.

CALANDRO Mi par mill'anni.

FESSENIO Orsú! Poi che tu sai ben morire e risuscitare, non è da perder tempo.

CALANDRO Or via! su!

FESSENIO Nooo! Con ordine vuol farsi tutto, a fin che Fulvia non se ne acorga. Con lei fingendo andare in villa, a casa di Menicuccio te ne vieni; ove ne troverrai me con tutte le cose che fanno di mestiero.

CALANDRO Ben di'. Cosí farò or ora, ché la bestia sta parata.

FESSENIO Monstra: che l'hai in ordine?

CALANDRO Ah! ah! Dico che 'l mulo, drento a l'uscio, è sellato.

FESSENIO Ah! ah! ah! Intendeva quella novella.

CALANDRO Mi par mille anni esser a cavallo: ma in su quella angioletta di paradiso.

FESSENIO Angioletta, ah? Va' pur . Se io non mi inganno, la castroneria si congiungerà oggi con la lordezza. E debbe or montare a cavallo. Voglio avviarmi inanzi e dire a quella vezzosa porca che in ordine sia e me aspetti. Oh! oh! oh! Vedi Calandro già montato. Miraculosa gagliardia di quel muletto che porta cosí sconcio elefantaccio!

 

 

 




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