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Bernardo Dovizi detto Bibbiena La Calandria IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUATTORDICESIMA
FULVIA Guarda, Fessenio mio, se io sgraziata sono! ché, in loco di Lidio, trovai questa bestia di mio marito; col quale mi son però salvata.
FESSENIO Tutto ho visto. Tirati piú drento, ché altri in questi panni non ti veda.
FULVIA Ben ricordi. El gran disio d'esser con Lidio in modo mi accecò che piú oltre non pensai. Ma dimmi, Fessenio caro: hai trovato Lidio mio?
FESSENIO Corre il sangue ov'è la percossa. Ho.
FULVIA Sí?
FESSENIO Sí.
FULVIA Be', Fessenio mio: che dice? Dimmi.
FESSENIO Non partirà cosí presto.
FULVIA Doh, Dio! Quando potrò io parlar seco?
FESSENIO Forse anche oggi; e, quando con Calandro ti vidi, a lui me ne andavo per disporlo a venire da te.
FULVIA Fallo, Fessenio mio, ch'è buon per te! E la vita mia te raccomando.
FESSENIO Farò tutto perché a te venga; e a lui ne vo. Resta in pace.
FULVIA In pace, eh? In guerra e in lamenti resterò io. Tu alla pace mia vai, ché a Lidio vai.
FESSENIO Adio.
FULVIA Fessenio mio, torna presto.
FESSENIO Cosí farò.
FULVIA Ahi, infelice Fulvia! Se io cosí troppo sto, certo io me morirò! Misera! che far devo?
SAMIA Forse lo spirito lo moverà.
FULVIA Deh! Samia, poi che il negromante sta tanto a venire, torna trovalo.
SAMIA Cosí mi pare; e non ci voglio perder tempo.
FULVIA Raccomandagli questa cosa. E torna presto.
SAMIA Subito che l'ho trovato.