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Bernardo Dovizi detto Bibbiena
La Calandria

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SCENA SECONDA

 

Fessenio servo, Lidio femina, Fannio servo.

 

FESSENIO Né per via né in casa ho trovato Lidio.

LIDIO FEMINAOr che debbo fare?

FESSENIO Sin che non mi chiarisco se vero è che femina fatto sia, non sarà ben di me. Ma, oh! oh! oh!, è e' quello? Non è. Sí, è. Non è desso. È, sí! Molto fantastico parmi.

LIDIO FEMINAAhi, fortuna!

FESSENIO Da sé parla.

LIDIO FEMINAIn che laberinto mi trovo io!

FESSENIO Che cosa fia?

LIDIO FEMINADevo io cosí subito ruinare?

FESSENIO Oimè! che ruina fia?

LIDIO FEMINAPer esser troppo amato...

FESSENIO Che vuol dir questo?

LIDIO FEMINA... devo io questo abito lassare?...

FESSENIO Aimè! Trama fia. E la voce sua parmi abbia preso assai del feminile.

LIDIO FEMINA... e di questa libertà privarmi?

FESSENIO Sarà pur vero?!

LIDIO FEMINAOr sarò io per femina conosciuto, e non piú maschio tenuto?

FESSENIO Cascato è ne l'orcio il topo!

LIDIO FEMINAOr da vero Santilla, e non piú Lidio, mi chiamerò.

FESSENIO Misero me, che la cosa è pur vera!

LIDIO FEMINASia maladetta la mia mala sorte che morir non mi lassò il dí che Modon fu preso.

FESSENIO Oh, cieli avversi! come può questo farsi? Se da lui sentito non l'avessi, mai creduto non l'arei. Lassameli parlare. O Lidio!

LIDIO FEMINAChi è quella bestia?

FESSENIO Sarà pur vero anco questo: che Lidio non conosca se non Fulvia sua?! Bestia chiami me, eh? Come se tu non mi conoscessi!

LIDIO FEMINANon ti conobbi mai né di conoscerti mi curo.

FESSENIO Adunque, tu non conosci il servo tuo?

LIDIO FEMINATu, mio servo?

FESSENIO Se per tuo non mi vuoi, sarò d'altri.

LIDIO FEMINAVa' in pace, va'; ché col vin parlar non intendo.

FESSENIO Col vino non parli tu già; parlo io bene con la smemorataggine. Ma non ti nasconder da me, ché li accidenti tuoi so io bene come te.

LIDIO FEMINAChe accidenti son li miei?

FESSENIO Per forza di negromanzia se' diventato femina.

LIDIO FEMINAIo, femina?

FESSENIO Femina, sí.

LIDIO FEMINAMale il sai.

FESSENIO Però chiarir me ne voglio.

LIDIO FEMINAAh, poltron! che vuoi tu fare?

FESSENIO So che io lo vederò.

LIDIO FEMINAAhi, sciagurato! A questo modo, ah?

FESSENIO Con man lo toccherò, se me amazzassi.

LIDIO FEMINAAh, prosuntuoso! Sta' discosto! O Fannio! o Fannio! A tempo arrivi: corri qua!

FANNIO Che cosa è questa?

LIDIO FEMINAQuesto reo omo dice ch'io so' femina, e a mio dispetto vuol cercarmi.

FANNIO Che audacia a far ciò ti muove?

FESSENIO Che pazzia induce te a metterti tra 'l patron mio e me?

FANNIO Questo, tuo patrone?

FESSENIO Mio, sí. Perché?

FANNIO Buon uomo, tu pigli error. So che né tu a lui servo né egli a te patrone fu mai. A me sí bene egli, e io sempre a lui.

FESSENIO Né tu a costui servo né tu a lui patrone fusti già mai. Io sí ben tuo servo; tu sí bene mio patrone. Io sol il vero dico; voi amendue mentite.

LIDIO FEMINAMaraviglia non è che tu arrogantemente parli, se anche prosuntuosamente operi.

FESSENIO Maraviglia non è che tu ignorantemente mi dismentichi, se anche smemoratamente te stesso non conosci.

FANNIO Parlali dolcemente.

LIDIO FEMINAIo me stesso non conosco?

FESSENIO Messer... volsi dir, madonna, non. Se tu te riconoscessi, me ancor conosceresti.

LIDIO FEMINAIo ben mi conosco. Chi tu te sia non ritruovo già.

FESSENIO Di' piú correttamente, che tu hai trovato altri, e perso te stesso.

LIDIO FEMINAE chi ho io trovato?

FESSENIO Tua sorella Santilla, che ora è in te, sendo tu femina. Hai perso te stesso, perché non sei piú maschio, non sei piú Lidio.

LIDIO FEMINAQual Lidio?

FESSENIO O poveretta, che nulla ti ricorda!

Deh, patrone! non ti soviene egli essere Lidio da Modon, figliuolo di Demetrio, fratello di Santilla, discipul di Polinico, patrone di Fessenio, innamorato di Fulvia?

LIDIO FEMINA(Nota, Fannio, nota) Fulvia mi è ben ne l'animo e nella memoria.

FESSENIO Mi sapeva bene che sol di Fulvia ti ricorderesti. D'altro no, in modo affatturata sei!

 

 

 




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