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Bernardo Dovizi detto Bibbiena
La Calandria

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SCENA SESTA

 

Samia serva, Ruffo negromante.

 

SAMIA Egli è ancor sí buon'ora che Ruffo non sarà ancor tornato a desinare. Meglio è guardare se in piazza fusse. E, oh! oh! oh! ventura! vedilo che va in là. O Ruffo! o Ruffo! non odi, Ruffo!

RUFFO Io pur mi volto né vedo chi mi chiama.

SAMIA Aspetta!

RUFFO Chi è costei?

SAMIA M'hai fatta tutta sudare.

RUFFO Be', che vuoi?

SAMIA La patrona mia ti prega che or ora tu vadi da lei.

RUFFO Chi è la patrona tua?

SAMIA Fulvia.

RUFFO Donna di Calandro?

SAMIA Quella, sí.

RUFFO Che vuol da me?

SAMIA Ella tel dirà.

RUFFO Non sta là, su la piazza?

SAMIA Ci son due passi: andianne.

RUFFO Vattene innanzi, e io drieto a te ne vengo.

Sarebbe mai costei nel numero dell'altre scempie a credere che io sia negromante e abbia quello spirito che molte sciocche dicano? Non posso errare ad intendere quel che la vuole. E in casa sua me n'entro prima che qui arrivi colui che in qua viene.

 

 

 




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