Esiste un rapporto
stretto tra cultura e identità, perché se da una parte non c’è
persona senza cultura, dall’altra non c’è cultura senza persona. L’identità
personale allora coincide in qualche modo con l’identità culturale. Mediante il processo di inculturazione e di
socializzazione, l’identità prende la forma che la cultura assume nei soggetti,
nei gruppi o nelle identità diverse che la compongono. Ne consegue che ogni
persona nel suo agire opera secondo un’identità culturale che acquisisce,
definisce, modifica e ridefinisce attraverso un processo che dura tutta quanta
l’esistenza. 11
Il problema
dell’identità culturale sta assumendo dimensioni sempre più dilatate non solo
nelle società complesse, ma anche in quelle cosiddette ‘semplici’. L’identità culturale oggi attraversa una crisi profonda per effetto, sia del
processo di omologazione dei massmedia con il crescente distacco dalla
tradizione (memoria storica scritta e orale), sia del processo di sradicamento
dovuto all’emigrazione e alla mobilità territoriale per la ricerca di lavoro o
di una patria o per fuga da situazioni politiche, economiche e di vivibilità
impossibili (migrazioni dei popoli). Si pensi anche ai problemi derivanti
dall’apertura tecnologica a modelli urbani e a forme organizzative manageriali,
sempre più nella logica del mercato e del consumismo di marca occidentale.
Per uscire dall’impasse della crisi è necessario
promuovere dei processi formativi che aiutino a ridefinire e rielaborare,
dall’interno del proprio sistema culturale, i tratti fondamentali dell’identità
culturale, liberandola da ciò che può ostacolarne lo sviluppo. Il processo di
rielaborazione e ridefinizione dovrà realizzarsi all’interno del proprio
contesto culturale e dei propri modelli culturali fino alla riappropriazione degli
stessi e alla sua reinterpretazione. Solo così, si potrà sviluppare una
capacità selettiva che consentirà di far fronte a tutti gli altri modelli che
arrivano e s’impongono dal di fuori. Cruciale in questo processo è appunto
l’innesto dei modelli che arrivano dall’esterno con i modelli che sono propri,
interni alla cultura e di cui non se ne può fare a meno senza la perdita
dell’identità.
In questo processo
di inculturazione e di acculturazione sono possibili diverse
soluzioni, come ad esempio: la fissazione
dell’identità o irrigidimento, l’identità
negata e l’ assimilazione acritica di modelli culturali esterni, l’oscillazione tra modelli culturali talvolta
conflittuali, la sintesi e l’integrazione. 12
Molto spesso però
si cade in forme di ibridismo e sincretismo di cattiva lega, frutto di
sovrapposizione o assimilazione di diversi modelli, il che induce soltanto
confusione di identità, con tutte le ambivalenze e le conflittualità che ciò
suppone.
Una riflessione a
parte va riservata al concetto di identità
etnica, spesso associata all’idea di forme di esistenza ‘primitiva’ o
‘pre-moderna’, oppure intesa come un dato naturale che accomuna individui della
stessa origine, lingua e religione, abitanti di uno stesso territorio e in
possesso di certe tradizioni che li caratterizzano. Il più delle volte si fonda
su una concezione errata di etnia o etnicità che facilmente porta a
rivendicazioni, conflitti tra gruppi differenti e in contrapposizione.
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L’identità etnica è descritta come una componente dell’identità sociale che
deriva dall’appartenere ad un gruppo etnico. Riprendendo il concetto di
identità sociale di Tajfel (1982), l’identità
etnica può essere definita come quella parte dell’immagine di sé che nasce
dalla consapevolezza di essere membro di un particolare gruppo etnico, unita al
valore e al significato emotivo attribuito a tale appartenenza. L’identità
etnica o l’etnicità, in quanto derivanti dal sentimento di appartenere a un
gruppo etnico, sono «definizioni del sé
e/o dell’altro collettivi che hanno quasi sempre le proprie radici in
rapporti di forza tra gruppi coagulanti attorno ad interessi
specifici».14
L’esperienza di
appartenenza ad un gruppo (etnico-territoriale) o ad una categoria sociale (giovane/adulto,
uomo/donna, studente/lavoratore, ecc.) permette, nel senso che può facilitare
oppure ostacolare, il processo di elaborazione della propria immagine di sé,
fino a giungere alla definizione del sé e/o dell’altro collettivo. 15
Si pensi al riflesso positivo o negativo che può avere sulla stima di sé o
sulla capacità di far fronte alle relazioni con la diversità. Infatti,
l’identità etnica si acquisisce mediante un processo di confronto che attiva
valutazioni e conduce a definire, sia la posizione del proprio gruppo
all’interno del contesto sociale, sia il significato che assume l’appartenenza
a tale gruppo all’interno del più generale concetto di sé.
Bisogna ricordare
però che, se le persone non possono scegliere il proprio gruppo etnico nel
quale sono nate, si può sempre cambiare il significato che attribuiscono alla
loro appartenenza e il ruolo che essa gioca nella definizione della propria
identità. Infatti, se a livello evolutivo l’identità si costruisce sulla base
del processo d’identificazione, anche l’identità etnica si elabora a partire
dall’identificazione etnica che è il
risultato di un lento processo soggettivo a prescindere dalle appartenenze
oggettive della persona. Si può verificare, infatti, che a livelli diversi ogni
persona appartenente ad una minoranza etnica, potrebbe enfatizzare, nascondere,
camuffare o addirittura rifiutare la propria etnicità, magari per assumere
altre identità sociali e/o religiose. 16
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