I.
PROFILO DELLE PERSONE CONSACRATE
Alla scuola di Cristo maestro
Dono ecclesiale per manifestare il Verbo
7. «La
vita consacrata, profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di
Cristo Signore, è dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito.
Con la professione dei consigli evangelici i tratti caratteristici di Gesù -
vergine, povero ed obbediente - acquistano una tipica e permanente “visibilità”
in mezzo al mondo, e lo sguardo dei fedeli è richiamato verso quel mistero del
Regno di Dio che già opera nella storia, ma attende la sua piena attuazione nei
cieli»10. Ilfine della vita consacrata è «la configurazione al Signore
Gesù e alla sua totale oblazione»11, per cui ogni persona consacrata è
chiamata ad assumerne «i sentimenti e la forma di vita»12, il modo di
pensare e di agire, di essere e di amare.
Identità della vita consacrata
8.
L’immediato riferimento a Cristo e la natura intima di dono per la Chiesa e per
il mondo13, sono elementi che definiscono identità e finalità della
vita consacrata. In essi la vita consacrata ritrova sé stessa, il punto di
partenza, Dio ed il suo amore, e il punto di arrivo, la comunità umana e le sue
necessità. Attraverso tali elementi ogni Famiglia religiosa delinea la propria
fisionomia, dalla spiritualità all’apostolato, dallo stile di vita comune al
progetto ascetico, alla condivisione ed alla partecipazione della ricchezza dei
propri carismi.
Alla scuola di Cristo per avere i suoi
sentimenti
9. In certo modo la vita
consacrata può essere paragonata ad una scuola, che ogni persona consacrata è
chiamata a frequentare per tutta la vita. Infatti avere in sé i sentimenti del
Figlio vuol dire mettersi ogni giorno alla Sua scuola, per imparare da Lui ad
avere un cuore mite ed umile, coraggioso ed appassionato.Vuol dire lasciarsi
educare da Cristo, Verbo eterno del Padre, ed attrarre da Lui, cuore e centro
del mondo, scegliendo la stessa Sua forma di vita.
Lasciarsi educare e formare da Cristo, per essere
a Lui conformi
10. La
vita della persona consacrata è così una parabola educativo-formativa che
educa alla verità della vita e la forma alla libertà del dono di sé, secondo il
modello della Pasqua del Signore. Ogni momento dell’esistenza consacrata è
parte di questa parabola, nel suo duplice aspetto educativo e formativo. La
persona consacrata, infatti, impara progressivamente ad avere in sé i
sentimenti del Figlio ed a manifestarli in una vita sempre più a Lui
conforme, al livello individuale e comunitario, nella formazione iniziale e
permanente. Così i voti sono espressione dello stile di vita essenziale,
vergine e completamente abbandonato al Padre scelto da Gesù su questa terra. La
preghiera diviene continuazione in terra della lode del Figlio al Padre per la
salvezza dell’umanità intera. La vita comune è la dimostrazione che nel nome
del Signore si possono annodare vincoli più forti di quelli che vengono dalla
carne e dal sangue, capaci di superare quanto possa dividere. L’apostolato è
l’annuncio appassionato di Colui dal quale si è stati conquistati.
Dono per tutti
11. La
scuola dei sentimenti del Figlio apre progressivamente l’esistenza consacrata
anche all’urgenza della testimonianza, affinché il dono ricevuto giunga a
tutti. Cristo, infatti, “non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con
Dio” (Fil 2,6), non tenne nulla per sé, ma condivise con gli uomini la propria
ricchezza di essere Figlio. Per tale ragione, anche quando la testimonianza
contesta alcuni elementi della cultura circostante, le persone consacrate
cercano di entrare in dialogo per condividere i beni di cui sono portatrici.
Ciò significa che la testimonianza dovrà essere nitida ed inequivocabile,
chiara e comprensibile a tutti, così da mostrare che la consacrazione religiosa
può dire molto ad ogni cultura in quanto aiuta a svelare la verità dell’essere
umano.
|