Le
sottilissime astuzie di Bertoldo.
Nuovamente
reviste e ristampate
con
il suo testamento nell'ultimo
e
altri detti sentenziosi che nel primo non erano
Proemio
Qui non ti narrerò, benigno lettore, il giudicio di Paris, non il ratto
di Elena, non l'incendio di Troia, non il passaggio d'Enea in Italia, non i
longhi errori di Ulisse, non le magiche operazioni di Circe, non la distruzione
di Cartagine, non l'esercito di Serse, non le prove di Alessandro, non la
fortezza di Pirro, non i trionfi di Mario, non le laute mense di Lucullo, non i
magni fatti di Scipione, non le vittorie di Cesare, non la fortuna di
Ottaviano, poiché di simil fatti le istorie ne danno a chi legge piena
contezza; ma bene t'appresento innanzi un villano brutto e mostruoso sì, ma
accorto e astuto, e di sottilissimo ingegno; a tale, che paragonando la
bruttezza del corpo con la bellezza dell'animo, si può dire ch'ei sia proprio
un sacco di grossa tela, foderato di dentro di seta e oro. Quivi udirai
astuzie, motti, sentenze, arguzie, proverbi e stratagemme sottilissime e ingegnose
da far trasecolare non che stupire. Leggi dunque, che di ciò trarrai grato e
dolce trattenimento, essendo l'opera piacevole e di molta dilettazione.
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