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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nuovamente reviste e ristampate con il suo testamento nell'ultimo e altri detti sentenziosi che nel primo non erano
    • Piacevolezza di Bertoldo.
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Piacevolezza di Bertoldo.

 

A queste parole Bertoldo, scostatosi alquanto dal Re e ritiratosi nella corte, si calò le brache, mostrando di voler fare un suo servigio corporale; laonde, veduto il Re tal atto, gridando, disse:

Re.  Che cosa vuoi tu fare manigoldo?

Bertoldo.  Non dici tu ch'io mi serva della tua corte in ogni mia occorrenza?

Re.  Sì, ho detto; ma che atto è questo?

Bertoldo.  Io me ne voglio servire adunque a scaricare il peso della natura, il quale tanto m'aggrava ch'io non posso più tenerlo.

 Allora uno di quelli della guardia del Re, alzato un bastone, volse percuoterlo, dicendogli: “Brutto poltrone, va' alla stalla dove vanno gli asini pari tuoi, e non fare queste indignità innanzi al Re, se non vuoi ch'io t'assaggi le coste con questo legno”. A cui Bertoldo rivolto, disse:

Bertoldo.  Va' destro, fratello, né voler tu fare il sofficiente, perché le mosche che volano sulla testa ai tignosi vanno sulla mensa regale ancora e cacano nella propria scodella del Re e pure esso mangia quella minestra; e io dunque non potrò fare i miei servigi in terra, che è cosa necessaria? E tanto più che il Re ha detto ch'io mi serva della sua corte in ogni mio bisogno? E qual maggior bisogno per servirmene poteva venirmi che in questo fatto?

 Intese il Re la metafora di Bertoldo e si cavò di deto un ricco e precioso anello e, volto a lui, disse:

Re.  Piglia questo anello, ch'io te lo dono; e tu, tesoriero, va', porta qui mille scudi ch'io gliene voglio far un presente or ora.

Bertoldo.  Io non voglio che tu m'interrompa il sonno.

Re.  Perché interrompere il sonno?

Bertoldo.  Perché quand'io avessi quell'anello e tanti danari io non poserei mai, ma mi andarei lambiccando il cervello di continuo, né mai più potrei trovar pacequiete. E poi si suol dire: chi l'altrui prende, se stesso vende. Natura mi fece libero, e libero voglio conservarmi.

Re.  Che cosa poss'io dunque fare per gratificarti?

Bertoldo.  Assai paga, chi conosce il beneficio.

Re.  Non basta conoscerlo solamente, ma riconoscerlo ancora con qualche gratitudine.

Bertoldo.  Il buon animo è compìto pagamento all'uomo modesto.

Re.  Non deve il maggiore cedere al minore di cortesia.

Bertoldo.  Né deve il minore accettar cosa che sia maggiore del suo merito.

 

 




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