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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nuovamente reviste e ristampate con il suo testamento nell'ultimo e altri detti sentenziosi che nel primo non erano
    • La Regina non trovando la veste dà la colpa allo sbirro che l'abbia rubbata, e credendo parlar con Bertoldo parla con lo sbirro ch'era nel sacco.
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La Regina non trovando la veste la colpa allo sbirro che l'abbia rubbata, e

credendo parlar con Bertoldo parla con lo sbirro ch'era nel sacco.

 

Venuta la mattina, entrarono le damigelle per vestir la Regina, né trovando la veste ch'esse gli avevano cavato la sera, restarono tutte ammirate e stupefatte. Alfine la Regina, fattosi portare altra veste, si levò tutta furiosa e subito andò alla camera dove aveva lasciato Bertoldo nel sacco, né vedendo la guardia ch'ella aveva messo alla custodia sua, dubitò che lo sbirro fosse stato quello che gli avesse rubbata la veste e che si fosse gito con Dio; e giurò, se lo poteva aver nelle mani, di farlo subito impiccare. Poi, accostatasi al sacco, disse: “E bene, galant'uomo, sei tu più dell'umor di prima?”

Sbirro.  Signora no, anzi son qui per pigliarla quanto prima.

Regina.  Che cosa vuoi tu pigliare, una medicina?

Sbirro.  L'avete voi posta all'ordine?

Regina.  La faremo metter all'ordine or ora.

Sbirro.  Quanto più presto sarò ispedito, l'avrò più caro.

Regina.  Non passerà molto tempo, che tu sarai consolato.

Sbirro.  Non vedo l'ora d'aver quest'allegrezza. Su, fate ch'ella sia condotta or ora.

Regina.  Dico che fra poco ti condurremo da lei, sta' pur allegro.

Sbirro.  Se i nostri patti sono ch'ella venghi in questa camera e ch'io la sposi incognitamente e ch'io tiri le due mila doble poi come l'avrò sposata, a che voler farmi andar da lei? Fate ch'ella sia condotta qua e farò quel tanto ch'io ho da fare.

Regina.  Che parla questo villano di sposa e di doble? Cavatelo un poco fuori di quel sacco, ch'io lo veggia in viso.

 

 




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