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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino. figliuolo del già astuto e accorto Bertoldo con le sottili e argute sentenze della Marcolfa sua madre e moglie del già Bertoldo   Opera tanto piena di moralità quanto di spasso
    • La Regina. si stupisce dell'eloquenza della Marcolfa e dice:
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La Regina. si stupisce dell'eloquenza della Marcolfa e dice:

 

Regina.  Madonna Marcolfa, io non posso credere all'eloquenza vostra e a' belli essempi che voi m'avete addotti che voi siate altramente nata sui monti, ma sì bene alla città fra i studi e le scienze, poiché io non so qual oratore si trovasse fra noi, il quale sapesse con tal facondia di parole e con più ornato modo esplicare il suo concetto improvisamente, come avete fatto voi. E se il marito vostro, mentre visse fra noi, fece già stupire questa corte con tante sue sottili astuzie e dotte sentenze che uscirono dalla sua bocca, e voi fin a quest'ora non solo fate stupire, ma trasecolare chi vi sente; onde, per mostrarvi un poco di segno di gratitudine, ecco ch'io vi dono questo ricco anello. Pigliàtelo e ponetevelo in dito, e portatelo per amor mio.

Marcolfa.  Non deve la donna vedova portare altro anello in dito, che quello il quale gli fu posto dal suo marito, e però a me basta questa verghetta d'argento, qual è l'anello matrimoniale, cioè quello che mi fu messo in dito quando fui sposata.

Regina.  Che posso io dunque darvi, che sia a proposito vostro?

Marcolfa.  Non avete cosa per me, che più non bisogna per voi.

Regina.  Di qual cosa ho io bisogno, che sono regina di tutta l'Italia, e di tesori e ricchezze non cedo ad altra donna che sia in terra?

Marcolfa.  Oh, vi mancano pur tante cose, serenissima Signora.

Regina.  Che cosa mi manca? Ditemelo, vi prego.

Marcolfa.  Io non mi partirò di questa corte, ch'io vi farò confessare di propria bocca ch'avete bisogno di mille cose; e perché il bisogno viene dalla povertà, voi venite a essere molto più povera che non son io, e avrete più bisogno di me, ch'io non avrò di voi.

Regina.  Quando mi farete vedere questo, sarete una gran donna. Orsù, conduceteli alle stanze loro, e tu, Bertoldino, vieni a visitarmi spesso.

Bertoldino.  Che cosa vuol dire visitare?

Marcolfa.  Vuol dire lassarsi vedere da lei spesso.

Bertoldino.  Son io forse un setaccio, che sia chiaro e spesso?

Marcolfa.  Non vi diss'io, serenissima Regina, che noi saressimo la mercanzia delle pallottole? Udite questo balordo, come ha bene inteso.

Regina.  Questo non importa, anzi che le corti non sono belle se non vi sono di tutti gli umori. Orsù, andatevi pur a posare.

 

 

 

 




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