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Giulio Cesare Croce Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri) IntraText CT - Lettura del testo |
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Ragionamento di Bertoldino e sua madre nelle lor stanze.
Così furono menati in una bellissima stanza, e dato loro tutto quello che gli facea bisogno, e stando ivi tutti dua, Bertoldino incominciò a dire a sua madre: Bertoldino. Mia madre, io ho udito dire che la Regina vuol star sopra tutte le altre donne; però sarebbe ben fatto che quanto prima noi ce ne tornassimo a casa nostra, perché s'ella vi monta adosso una volta, ella vi farà saltare le budelle fuor del corpo, ch'ell'è grande e grossa più che non è la nostra vacca; però leviamoci di qua, innanzi ch'ella vi faccia creppare. Marcolfa. Quel dire di stare sopra le altre donne non vuol dire ch'ella voglia montargli adosso, goffo che tu sei; ma come signora e padrona vuol essere maggiore di tutte l'altre ed essere onorata e riverita da quelle come il giusto vuole. Bertoldino. Sì, sì, voi vederete bene, s'ella vi monta addosso una sol volta, s'ella vi farà ridere o piangere. Marcolfa. Orsù, io t'intendo benissimo; tu sei un balordo, un maccarone, e non so come si possa stare che d'un uomo di tanto acuto e raro ingegno, com'era tuo padre, sia uscito un cedrone di questa fatta. Bertoldino. Ditemi un poco, chi nacque prima: io, o mio padre? Marcolfa. Odi quest'altra, s'ella sa di sale! O ignorantone che tu sei, vuoi tu essere nato prima di tuo padre? O meschina me, non fuss'io mai venuta qua giù con questo guffo! Bertoldino. Al Re se gli dà del messere, o del maestro? Marcolfa. Io credo che tutto quello che uscirà fuora dalla bocca tua sarà tutto buono, perché, in ogni modo quando tu volessi dir meglio, sempre dirai peggio; però, se vuoi essere tenuto per uomo che parli bene, non aprir mai la bocca. Bertoldino. E se a sorte m'occorresse a sbadagliare, non volete voi ch'io apra la bocca? Marcolfa. Orsù, apri quello che ti pare; in ogni modo io credo che fino a quest'ora la corte t'abbia scorto per un buffalaccio, e già gli hai cominciato a dar da ridere e gliene darai ogn'ora più. Bertoldino. Le corti ridono dunque esse ancora? Ma dove hanno elle la bocca? Marcolfa. Ohimè, taci, che pare che io senta venire gente. Oh, egli è il Re in persona, che viene diritto alle nostre stanze. Bertoldino. Che vuole egli da noi, questo bel messere? Marcolfa. Ohimè, serra la bocca e non dir niente. Bertoldino. Io la serro, guardate mo' s'io l'ho ben serrata. Marcolfa. Sì, sì. Orsù, tienela così stretta fin ch'io ti dico che tu l'apri.
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